[Napoli] Sul 12 e sul 14 novembre. Una settimana rossa

Quella appena trascorsa nella nostra città viene già ricordata come la settimana determinante per la messa a fuoco della critica del governo Monti. Un anno dopo la nascita di questo governo, l’unico bilancio che vale la pena registrare è l’aumento della rabbia sociale che, finalmente, comincia ad incanalarsi in lotte concrete e radicali, che devono sì fare fronte ad una repressione serratissima, ma che non di meno sono l’unica reale risposta ai diktat del capitalismo europeo.

Pensiamo sia importante evidenziare la grande determinazione che ha caratterizzato questa settimana a Napoli, dato particolarmente significativo di fronte ad un contesto politico-sociale che diventa sempre più duro e aggressivo nei confronti dei movimenti e dei soggetti sociali che operano sul territorio campano. Continue reading

[Napoli] 12/11 – Corteo: “accogliamo” i ministri in città

Riportiamo dal sito del Collettivo Autorganizzato Universitario (qui) l’appello per la mobilitazione contro la “visita” del Trio Crisi (che non è una formazione jazz, ma semplicemente la Fornero, Profumo e il Ministro del Lavoro tedesco Ursula von der Leyen). Invitiamo tutt@ a scendere in piazza contro chi organizza scientificamente la crisi in Europa. 

Corteo

12 novembre, ore 11:00

@ Piazza San Vitale – Fuorigrotta (stazione metro “Leopardi” – Cumana “Fuorigrotta”)

Il 12 e il 13 Novembre, a Napoli, avremo tre sgraditi ospiti: il Ministro del Lavoro Elsa Fornero, quello dell’istruzione Francesco Profumo e, infine, il Ministro del Lavoro tedesco, Ursula von der Leyen. Si riuniranno per presentare i loro progetti sulle politiche per l’imprenditoria giovanile e sul contratto d’apprendistato: in altre parole, il nuovo design dello sfruttamento firmato U.E.!

Il tutto sarà adornato dall’ossessiva retorica sui giovani e sulle loro presunte opportunità, che puzza lontano un miglio di soppressione dei diritti dei vecchi e dei nuovi lavoratori, di tagli alla spesa sociale, di blindatura ed inasprimento della selezione dei percorsi di formazione scolastici ed universitari e chi più ne ha più ne metta.

Del resto, il curriculum dei tre ministri parla chiaro: baroni universitari e rappresentanti istituzionali dei grandi capitali internazionali, integerrimi sostenitori dell’austerity e dei sacrifici solo per noi studenti, lavoratori, disoccupati e della crescita per i loro profitti. Cosa potevamo aspettarci? Continue reading

[Portici] 25/10 – Report del corteo studentesco

Riceviamo e pubblichiamo dal compagno E.

Nello sconfortante pallore della maggior parte dei fronti di lotta presenti oggi in Italia, il movimento studentesco sembra essere l’unico a crederci davvero e ad avere ancora la forza di scendere con convinzione e numeri più che favorevoli in piazza. Mentre quindi, eccezion fatta per le insolite condizioni climatiche, l’autunno caldo fatica a farsi vedere, sono gli studenti a gettare una prima fiammata di protesta per le strade. A Napoli ieri, a Portici oggi. Le scuole Porticesi hanno infatti indetto una manifestazione autorganizzata e riempito piazza san Pasquale, per poi partire in corteo per l’intera città. Gli studenti della cittadina Vesuviana non sono nuovi a queste forme di protesta, soprattutto nella fase autunnale, ma fino ad oggi si era assistito a cortei e occupazioni come conseguenza di una paralisi dell’intero Paese.

Questa volta dalle scuole di Portici è partita invece una voce disperata e quasi isolata. Una sveglia per i movimenti napoletani, ancora non entrati “nel pieno delle loro funzioni”. Ma ancora di più un avvertimento ai governanti di turno (dal centro-sinistra al centro-destra, ai cosiddetti “tecnici”): gli studenti non pagheranno la crisi prodotta dal capitalismo, non accetteranno quindi tagli all’istruzione, privatizzazioni di beni pubblici, né tantomeno di continuare a veder sperperare soldi mentre le scuole cadono a pezzi. E’ importante sottolineare un paio di cose che rendono la giornata del 25 Ottobre (che è casualmente anche l’anniversario di un ben più importante evento) importante per le realtà politiche Porticesi.

In primo luogo l’alta partecipazione (si parla di circa 1500 persone) e il coinvolgimento della gran parte delle scuole non solo di Portici, ma di quasi tutta la zona est di Napoli. Ma soprattutto ciò che sembra dare un gran valore alla giornata di oggi è la totale autonomia e sapiente autorganizzazione con cui gli studenti hanno preparato il tutto. Significativa è stata l’assenza di bandiere di partito (o comunque la loro immediata rimozione per volontà stessa degli studenti). Questo non ha impedito però, anzi, di incentrare la protesta, addossando le colpe su chi di dovere: sui padroni, i governanti e il sistema economico sfruttatore che si cela dietro questi.

Prossime date:

Venerdì 26 Ottobre, Napoli, Piazza Carlo III, corteo antifascista – ore 09:00

Sabato 27 Ottobre, Roma, NO MONTI DAY – ore 12:30

RIPRENDIAMOCI LE STRADE!

E.

Comunicato – 22 giugno: sciopero generale dei sindacati di base

Comunicato tratto dal sito dell’USB. Riportiamo anche il comunicato specifico dell’USI-AIT (tratto da Anarchaos).

Le orgaUSB USI SNATER CUB SICOBAS UNICOBASnizzazioni sindacali USB, CUB, Cib-Unicobas, Snater, USI e SI-Cobas indicono uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori del settore pubblico e delle aziende private per il venerdì 22 giugno 2012. Nella stessa giornata, due manifestazioni centrali si svolgeranno a Roma e a Milano.

Lo sciopero è indetto: contro l’attacco alle condizioni e al diritto del lavoro, contro l’aumento della precarietà e contro la possibilità di licenziare senza giusta causa introdotta attraverso la modifica dell’articolo 18; contro l’aumento delle tasse, contro l’IMU e l’aumento dell’IVA; contro l’attacco alla pensione e al diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro; contro le politiche economiche e sociali del governo Monti e il ricatto del debito operato dalle banche e dall’Unione Europea.

Lo sciopero, precedentemente proclamato l’8 giugno, è stato rinviato al 22 giugno a causa della grave situazione determinata dal sisma in Emilia Romagna. Per evitare ulteriori disagi alla popolazione, si esclude comunque questa regione dall’azione di sciopero del 22. Dallo sciopero è inoltre esclusa la Scuola, per il termine delle lezioni e lo svolgimento degli esami.

Confermate invece le manifestazioni già indette in tutta Italia per l’ 8 giugno e 9 giugno, fra cui il presidio di venerdì 8 a Roma, alle ore 16.00 in piazza di Montecitorio, ed il presidio a sorpresa di Sabato 9 a Milano.

USB – CUB – CIB-UNICOBAS – SNATER – USI –  SI.COBAS

 

Comunicato dell’USI-AIT: Contro la macelleria sociale, 22 giugno, sciopero generale!

ALLA MACELLERIA SOCIALE DI GOVERNO, STATO E CAPITALE

OPPONIAMO LA NOSTRA LOTTA SOCIALE

CON LO SCIOPERO GENERALE!!!

· Per il ritiro e cancellazione immediata della cosiddetta “Riforma Fornero” in materia di diritto del lavoro e pensioni;

· contro qualsiasi tentativo di far pagare i costi della crisi solo alla classe lavoratrice con l’aumento dell’età pensionabile e il blocco dei salari rispetto all’inflazione;

· per il rinnovo dei contratti di lavoro bloccati dal governo;

· per forti aumenti salariali, slegati dalla produttività aziendale, e pensionistici e la garanzia a tutti di reddito e servizi adeguati; Continue reading

L’Ungheria NON è la via

Bandiera ungherese
L’Ungheria come nuovo baluardo della resistenza alla crisi globale? Ma anche no!

Organizzazioni di destra, cospirazionisti e cattolici ultraconservatori si stanno prodigando per dipingere il governo di Viktor Orban come l’esempio da seguire per sfuggire alla morsa del Fondo Monetario e della Banca Centrale Europea.

Il Parlamento ungherese ha approvato una nuova Costituzione fortemente identitaria e autoritaria e il partito al potere, Fidesz, di centro-destra, fa sempre più sue le posizioni dello Jobbik neofascista. Ma cosa si nasconde dietro a questa “nuova Ungheria”?

Si nasconde un nazionalismo tradizionalista che ha significativamente eliminato la parola Repubblica dal nome dello Stato, ora semplicemente Ungheria.
Si nasconde una violenta ondata di razzismo, che porta le minoranze ad essere considerate come “altre nazionalità” e ad eliminare i già pochi diritti della comunità Rom, particolarmente perseguitata da opinione pubblica, populisti e aggressori fascisti[1].
Si nasconde una legalizzazione delle organizzazioni paramilitari con un articolo sulla legittimità della violenza “a scopi politici” (ovviamente quelli che fanno comodo al Governo, pensate che un Governo possa tollerare attacchi anarchici?); le organizzazioni paramilitari, per la cronaca, sono il braccio armato dello Jobbik.
Si nasconde un rigurgito di identitarismo cristiano – Dio e il cristianesimo sono gli elementi unificanti della nazione – che ha già reso illegale l’aborto e che sbarra del tutto la strada ai matrimoni gay. Sul Web potete trovare articoli molto ampi e dettagliati sulla situazione dei diritti civili nell’attuale Ungheria: qui vogliamo provare ad analizzare le istanze economiche e sociali del nuovo (?) corso ungherese. Continue reading