Comunicato – 22 giugno: sciopero generale dei sindacati di base

Comunicato tratto dal sito dell’USB. Riportiamo anche il comunicato specifico dell’USI-AIT (tratto da Anarchaos).

Le orgaUSB USI SNATER CUB SICOBAS UNICOBASnizzazioni sindacali USB, CUB, Cib-Unicobas, Snater, USI e SI-Cobas indicono uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori del settore pubblico e delle aziende private per il venerdì 22 giugno 2012. Nella stessa giornata, due manifestazioni centrali si svolgeranno a Roma e a Milano.

Lo sciopero è indetto: contro l’attacco alle condizioni e al diritto del lavoro, contro l’aumento della precarietà e contro la possibilità di licenziare senza giusta causa introdotta attraverso la modifica dell’articolo 18; contro l’aumento delle tasse, contro l’IMU e l’aumento dell’IVA; contro l’attacco alla pensione e al diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro; contro le politiche economiche e sociali del governo Monti e il ricatto del debito operato dalle banche e dall’Unione Europea.

Lo sciopero, precedentemente proclamato l’8 giugno, è stato rinviato al 22 giugno a causa della grave situazione determinata dal sisma in Emilia Romagna. Per evitare ulteriori disagi alla popolazione, si esclude comunque questa regione dall’azione di sciopero del 22. Dallo sciopero è inoltre esclusa la Scuola, per il termine delle lezioni e lo svolgimento degli esami.

Confermate invece le manifestazioni già indette in tutta Italia per l’ 8 giugno e 9 giugno, fra cui il presidio di venerdì 8 a Roma, alle ore 16.00 in piazza di Montecitorio, ed il presidio a sorpresa di Sabato 9 a Milano.

USB – CUB – CIB-UNICOBAS – SNATER – USI –  SI.COBAS

 

Comunicato dell’USI-AIT: Contro la macelleria sociale, 22 giugno, sciopero generale!

ALLA MACELLERIA SOCIALE DI GOVERNO, STATO E CAPITALE

OPPONIAMO LA NOSTRA LOTTA SOCIALE

CON LO SCIOPERO GENERALE!!!

· Per il ritiro e cancellazione immediata della cosiddetta “Riforma Fornero” in materia di diritto del lavoro e pensioni;

· contro qualsiasi tentativo di far pagare i costi della crisi solo alla classe lavoratrice con l’aumento dell’età pensionabile e il blocco dei salari rispetto all’inflazione;

· per il rinnovo dei contratti di lavoro bloccati dal governo;

· per forti aumenti salariali, slegati dalla produttività aziendale, e pensionistici e la garanzia a tutti di reddito e servizi adeguati; Continue reading