Verso il 15 ottobre – Prendetevi la strada!

Toma la Calle 15/10/11

Il 15 Ottobre, Roma e tutto il mondo saranno invasi da innumerevoli realtà, tutte accomunate dal disprezzo per un sistema che sfrutta lavoratori, studenti e disoccupati. Realtà che non possono accettare le misure di austerity che i governi mondiali vogliono fargli pagare. Realtà che faranno tremare questo potere!

FACCIAMO SENTIRE AI PADRONI IL FIATO SUL COLLO, ASSEDIAMO I LORO PALAZZI E RICONQUISTIAMO I NOSTRI DIRITTI!

Sabato 15 Ottobre non sarà solo l’Italia, ma tutto il mondo a spiegare ai padroni che non saremo noi a pagare la loro crisi!

Sabato sarà un giorno fondamentale di lotta internazionale. UNIAMO LE LOTTE!!!

Parti con noi sabato, ore 9:00, piazza Garibaldi (Napoli).

Biglietti a 5 euro (con il CAU).

SCENDIAMO PER LE STRADE E LOTTIAMO!

 

La Strada  (a la calle)

Maria Sveglia Gelmini e il nostro Cile

¿Cómo es posible pretender mejorar la educación cuando todavía prevalece la libertad de empresa por sobre el derecho a la educación? [Camila Vallejo]

Napoli, corteo 7 ottobre 2011

Il 7 ottobre napoletano...

La giornata di lotta del 7 ottobre, che ha visto più di 90 piazze italiane assediate da studenti e lavoratori, ha dimostrato una volta di più che anche in Italia c’è  grande determinazione a combattere la crisi dal basso e rabbia, tanta rabbia. Più che indignados, siamo incazzados (il Fatto Quotidiano ha parlato di “schifados”). Devono averlo capito anche quelli del Ministero dell’Istruzione se la signora ministro Maria Stella Gelmini si è detta <<pronta ad ascoltare i ragazzi>> [la Repubblica, 9 ottobre 2011].  Ehi! La Gelmini si accorge dell’esistenza di rivendicazioni studentesche dopo 3 anni di lotta e contestazione ininterrotta, con ovvi picchi nei mesi di ottobre e novembre. La Gelmini si accorge anche che le sue “riforme” non sono nient’altro che una sfilza di tagli all’istruzione – e dire che lei per prima ha sempre sostenuto il valore di queste scelte!

Maria Sveglia Gelmini dimostra di aver capito poco la protesta di questi anni, o almeno di aver “dato ascolto” soltanto a quelle frange più esplicitamente corporative alle quali andrebbe benissimo un ritorno al modello consueto di università. <<Difendendo lo status quo scolastico i ragazzi difendono una politica egoistica>> – la signora ministro ha ragionissima. Il problema è che una larghissima parte del movimento NON intende combattere la riforma Gelmini per riportare tutto a com’era prima. Al contrario, la proposta di un diverso tipo di organizzazione scolastica è arrivato a un punto tale che ha reso necessario un ripensamento della società tutta, contribuendo alla messa in discussione del modello economico, politico e sociale al quale questa prima fase della globalizzazione (e il capitalismo nella sua storia) ci ha abituati.

Tra l’altro non è molto difficile avere dubbi sulle buone intenzioni della signora ministro, e spieghiamo perché. Quando abbiamo saputo della volontà di ascoltare gi studenti, ci è subito venuto in mente il Plan salvemos el año escolar di marca piñeriana. Il governo cileno, nel tentativo di piegare una protesta che ha ormai assunto posizioni radicali e dimensioni eccezionali, ha tentato di negoziare le rivendicazioni del movimento studentesco a un “tavolo di dialogo”, promettendo contemporaneamente espulsioni e allontanamenti coatti dalle scuole agli studenti in mobilitazione. I compagni cileni hanno sabotato questo palese intento di pacificare un momento di conflitto che acquista sempre più consenso da parte di vasti strati della popolazione. Alle manifestazioni non è difficile trovare operai e studentesse, professoresse e infermieri, precari e pensionate. E i cortei cileni, lo ricordiamo, devono fronteggiare una repressione degna del regime di Pinochet.

Cile, corteo 6 ottobre 2011

...e il 6 ottobre cileno

Che tra Cile e Italia ci sia più di un presidente liberista impomatato in comune non è soltanto una nostra impressione. Camila Vallejo, una delle rappresentanti più combattive del movimento studentesco cileno, si esprime così su quanto sta accadendo in questi mesi in Europa: Rispetto la loro lotta, poiché si vede sin da qui che è una lotta contro gli effetti di una crisi economica in cui pochi chiedono ai settori più vulnerabili della comunità di pagare. Credo che ci siano due elementi in comune: da un lato la critica alle istituzioni politiche e alle elites che le controllano, dall’altro l’uso delle reti sociali come spazi per la diffusione delle idee del movimento e per organizzare la mobilitazione [da un’intervista a cura di Acmos.net]. Istituzioni politiche che, aggiungiamo noi, condividono precisi progetti di privatizzazione e di smantellamento della spesa sociale. Per quanto riguarda il secondo punto che la compagna Vallejo rileva, non possiamo che concordare: stiamo assistendo ad un fare-movimento che non solo si organizza e si diffonde tramite il Web, ma anche e soprattutto al costituirsi di una rete globale di movimento nella quale è possibile trovarsi e scambiarsi pratiche ed opinioni con attivisti cileni, greci, islandesi, tunisini e chi più ne ha, più ne metta.

Facciamo come in Cile!, andiamo dicendo da qualche tempo a questa parte. Riteniamo fondamentale continuare la mobilitazione studentesca su questa linea, coinvolgendo quante più categorie di sfruttati possibile e evitando di impigliarsi nella rete dei tavoli di discussione calati dall’alto da ministeri e governo. Non abbiamo un passato da difendere, abbiamo un mondo da prenderci! Verso il 15 ottobre!

Ancora fascismo a Napoli [comunicato Rete antifascista napoletana]

Non facciamo nemmeno in tempo a comunicarvi delle aggressioni a Roma che nella NOSTRA città, la prima ad essersi ribellata al nazi-fascismo, si registrano episodi persino più spiacevoli di quelli accaduti ai compagni del CSOA La Strada. Esprimiamo ovviamente massima solidarietà a tutti gli aggrediti. Vi inoltriamo il comunicato della Rete antifascista e antirazzista napoletana. Al più presto aggiornamenti. No pasaran.

Azione Antifascista

No alle aggressioni neofasciste!

Eccoli, puntualità e vigliaccheria non gli fanno difetto!

Mentre i movimenti sociali lavorano a preparare le mobilitazioni dei precari, dei lavoratori e degli studenti per il 15 ottobre, anche a Napoli, nella nostra città, i gruppuscoli neofascisti tornano a colpire con le modalità consuete, quelle dell’agguato improvviso, dell’aggressione tanti contro uno. E’ lo stesso giro di personaggi legati a Casapound che nemmeno pochi mesi fa, in piena campagna elettorale, prima annunciarono sui muri e poi eseguirono gli accoltellamenti ai danni degli studenti universitari fuori la facoltà di Lettere! Fra gli aggressori con le lame incredibilmente anche un candidato di Casapound al consiglio municipale nelle liste del PDL (personaggio che poi ha raccolto pochissimi voti).

Stavolta una sequenza di fatti che non si possono decisamente sottovalutare!
Alcuni giorni fa la prima aggressione contro un attivista antirazzista, con modalità di vero e proprio agguato, in quattro sui motorini armati di una mazza con cui lo hanno più volte colpito nel quartiere di Chiaiano! Poi al Vomero, rincorsi e malmenati alcuni studenti medi che erano passati durante un banchetto di Casa Pound. Infine ancora minacce in quattro contro uno nella metro, con la presenza di inquietanti personaggi che riportano addirittura agli anni ’80… E questi sono solo gli episodi di cui siamo venuti a conoscenza!

A chi sono funzionali queste figure che propagano odio sociale verso gli immigrati, verso i più deboli o verso chi agisce nei movimenti sociali? Quali sono le responsabilità di figure istituzionali che anche in Campania flirtano con organizzazioni alla quale lo stragista Anders Breivik ha ben pensato di inviare il suo “documento” di rivendicazione contro il multiculturalismo e altre farneticazioni associate?! Politici presenti pure nelle istituzioni locali che allevano e sostengono economicamente questi neonazisti (ricordiamo che sempre il candidato alla municipalità per il Pdl inneggiava al compleanno di Hitler sul suo account di facebook, ma ancor più che a Roma Casapound ha aperto una delle sue sedi alla prima sezione italiana di Blood & Honour, il famigerato gruppo neonazista, violento e razzista cresciuto in Inghilterra!).

Non è certo un fenomeno da sottovalutare anche a Napoli, città culturalmente distante dal razzismo, ma dove pure la crisi economica può essere strumentalizzata per promuovere l’odio xenofobo, come dimostra l’inquietante aggressione a un lavoratore maghrebino appena pochi giorni fa a porta Capuana.

Le realtà della rete antirazzista e antifascista continueranno la propria attività per denunciare pubblicamente la presenza, il ruolo e le complicità di questi gruppi neonazisti, al fine di contrastarne  il radicamento e il tentativo di diffusione. Ma evidentemente questo è un problema che riguarda tutti i cittadini, le associazioni e le organizzazioni che hanno a cuore la qualità della democrazia e l’eguaglianza sociale.
All’indomani dell’anniversario delle Quattro Giornate con cui il nostro popolo si liberò dalla tirannia nazifascista questa responsabilità è la differenza fra chi ne fa solo un’occasione retorica e chi ne difende davvero l’eredità morale, sociale e politica!

Solidarietà ai compagni del CSOA La Strada!

Azione AntifascistaEsprimiamo massima solidarietà ai due compagni del CSOA La Strada di Roma che, durante un attacchinaggio nei pressi della Facoltà di Scienze Politiche di Roma Tre, sono stati aggrediti a cinghiate da SEI fascisti di Blocco Studentesco provenienti proprio da questo istituto.

Non dimenticate questa proporzione quando i fascisti verranno a dirvi che i rossi colpiscono solo quando sono numericamente superiori. Eccolo il loro numero a numero!

Questi blocchisti non sono nuovi ad aggressioni ed intimidazioni. Ma attenzione a quanto si legge nel comunicato diffuso su Indymedia Roma: Siamo certi che anche in questa occasione l’ateneo, che ha liberamente permesso a questi fascisti di presentarsi alle ultime elezioni universitarie e di acquisire così agibilità politica a livello istituzionale, non prenderà alcun provvedimento verso gli autori di tale gesto, secondo la migliore tradizione “democratica” di questo paese.

Tutto chiaro, no?

Contro questi topi di fogna è necessaria una decisa azione sul territorio ed una forte organizzazione antifascista a livello nazionale. CasaPound non passerà finchè ci sarà anche un solo antifascista per strada. Viva il CSOA La Strada!

Riappropriamoci degli spazi! – Introduzione all’autogestione

Riappropriamoci degli spazi/ Riappropriamoci di ciò che è nostro/ Riappropriamoci della nostra vita, non lasciamola scorrere così! [99 Posse, Ripetutamente]

Ci riteniamo abbastanza fuori moda per tornare a proporre una delle pratiche storiche del movimento operaio, estesa nel tempo anche ad altri ambiti, come quello dei servizi o, appunto, quello scolastico. Stiamo parlando dell’autogestione, parolina composta che ha costituito motivo di timore e isteria per generazioni di padroni di fabbrica e baroni poco rampanti delle università.

La pratica dell’autogestione mette immediatamente alla prova dei fatti la capacità di organizzarsi collettivamente e dal basso. Nell’autogestione, c’è spazio per la libera espressione di tutti, a patto che ognuno contribuisca, a seconda delle sue capacità e possibilità, al benessere collettivo: e così, volendo immaginare una scuola già nel vivo della pratica di riappropriazione dello spazio, chi si reputa un buon lavapiatti potrà dare un mano in cucina al cuoco e al cameriere. Ma l’autogestione ripudia l’autorità e scardina l’alienazione del posto fisso, e chi, stufo di lavare piatti, volesse provare quell’esperienza divertentissima e creativa (non che socialmente utile) che è il cucinare, deve essere lasciato libero di provare, e quant’anche supportato nel suo fare-esperienza.

Autogestione non vuol dire “mantenimento dell’apparato scolastico e del sistema ad esso connesso”. Al contrario, con l’autogestione l’istituzione si trasforma in spazio sociale liberato dal carattere autoritario-repressivo che la contraddistingue. Un’autogestione che non cambia di una virgola le pratiche scolastiche, ma le edulcora con una presunta partecipazione studentesca, è un aborto bello e buono.

Purtroppo, è una triste consuetudine dell’occupazione quella di essere manovrata ed egemonizzata dai paladini del compromesso. Chi scrive ha vissuto un’occupazione vergognosamente contrattata con la Digos, il cui questore suggellò un patto d’acciaio col rappresentante fascista del liceo. È stata una lezione: pertanto liquidiamo subito l’argomento “destra” dicendo che sarebbe meglio allontanare ancor prima della mobilitazione i fasci, indipendentemente dal loro essere ribbelli o di partito.

I politicanti di (centro)sinistScuola autogestitara sostengono le occupazioni solo finché l’autogestione coincide con la gestione dello spazio da parte del collettivo di turno. Per queste avanguardie in mutande, di volta in volta amiche del sindacato concertativo o “di lotta” di turno, una scuola gestita dalla collettività degli studenti è un incubo. L’unico modo per combattere questa deriva elitaria è la salda unità degli studenti in agitazione: quattro – cinque stalinisti ripuliti non possono nulla di fronte a 500 individui auto-organizzati e determinati a riprendersi uno spazio…

Quella dell’autogestione è una storia nobile seppur piena di sconfitte, di cui torneremo a parlare prossimamente. Per ora, rilanciamo con forza questo mezzo che ha come fine la sua stessa esistenza. Qualche anno fa un gruppo di intellettuali francesi, riprendendo il motto degli operai russi del 1917, ha proposto di consegnare <<tutto il potere alle Comuni>> [Comitato Invisibile, L’insurrezione che viene]… rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a costruire questo progetto.