[Napoli] Sul 12 e sul 14 novembre. Una settimana rossa

Quella appena trascorsa nella nostra città viene già ricordata come la settimana determinante per la messa a fuoco della critica del governo Monti. Un anno dopo la nascita di questo governo, l’unico bilancio che vale la pena registrare è l’aumento della rabbia sociale che, finalmente, comincia ad incanalarsi in lotte concrete e radicali, che devono sì fare fronte ad una repressione serratissima, ma che non di meno sono l’unica reale risposta ai diktat del capitalismo europeo.

Pensiamo sia importante evidenziare la grande determinazione che ha caratterizzato questa settimana a Napoli, dato particolarmente significativo di fronte ad un contesto politico-sociale che diventa sempre più duro e aggressivo nei confronti dei movimenti e dei soggetti sociali che operano sul territorio campano. Continue reading

[Napoli] Liber* tutt* – Sul presidio solidale con i/le compagn@ arrestat@ a Frankfurt

Diverse realtà di movimento hanno partecipato al presidio in solidarietà con i/le compagn@ arrestat@ durante le giornate di contestazione a Francoforte. Abbiamo appreso che tutt@ sono già stat@ rilasciat@, ma la polizia ha loro imposto diverse restrizioni, che vanno da una sorta di “arresto domiciliare” (alcun@ sono impossibilitat@ ad abbandonare l’albergo) al divieto di camminare con più di cinque persone al proprio fianco.

Un presidio svoltosi in maniera tranquilla e senza incidenti, nonostante la buona partecipazione. Una delegazione di presidianti ha ottenuto un incontro con i funzionari dell’ambasciata. Molto eloquente la posizione di questi signori, che hanno detto di non sapere niente.

La repressione si fa sempre più violenta in un’Europa che svela il suo volto autoritario, dopo tante chiacchiere sull’Europa dei popoli e della pace. Il messaggio che ci arriva in queste ore da Frankfurt è estremamente chiaro: lo Stato riconosce la libertà di manifestare, a patto che nessuno provi a farlo sul serio. Continue reading

[Boscoreale] 10/05 – Rifiuti-Immigrazione-Spazio: Assemblea pubblica

Iniziativa organizzata dalla Rete per gli Spazi Autogestiti. Si riporta anche l’ampio comunicato che analizza la gestione della campagna elettorale nell’area vesuviana. Qui per l’evento su Feisbucc.

Boscotrecase RSA - 10/05/12

QUESTIONE RIFIUTI – La campagna elettorale, dipanatasi sul territorio vesuviano, è stata, stricto sensu, una “monnezza” di campagna basata, non a caso, interamente sulla “questione rifiuti”. I candidati a sindaco del comune di Boscotrecase sono quei loschi figuri che hanno favorito, anzi avallato, la situazione nella quale versa oggi il comprensorio vesuviano: una discarica attiva a monte e degrado generalizzato a valle. Sappiamo che il sindaco uscente (e rientrante) Agnese Borrelli è stata una delle artefici del disastro economico e sociale di Boscotrecase, nonchè una dei firmatari di quel famoso “accordo patacca” che stroncò la rivolta di Terzigno con l’obiettivo lucidisso di tenera aperta, ancora per molti anni, cava Sari. Essì, perchè – a discapito di quanto pare confusamente venire fuori da questa congerie di partituncoli,comitatuncoli e affini , i quail dichiarano con estrema sicurezza che lo sversatoio chiuderà – noi crediamo che il sopracitato accordo sia la chiave di lettura fondamentale per sciogliere il nodo gordiano che attanaglia,dal 2010, la popolazione vesuviana: la discarica Sari non chiuderà o quantomeno chiuderà nominalmente ma non fattivamente. Il ragionamento che ci ha portati, da sempre, a questa considerazione è lapalissiano: 1- i sindaci del comprensorio, a parte qualche aborto di progetto, non hanno un’alternativa valida e si riempiono la bocca di parole, quali bonifica e chiusura, che non appartengono a loro,bensì a noi. 2-le altre “alternative” proposte da Vardè (e affini) sono impraticabili,dato la sacrosanta lotta della popolazione di Quarto che non ha nessuna intenzione di farsi piazzare l’ennesimo cesso/discarica sul proprio territorio.3-sappiamo che ,da piano regionale, le discariche esistenti possono essere ampliate del 15% ed è sicuramente più agevole mettere mano ad un ulteriore ampliamento di cava Sari,anzichè, con questi chiari di luna, organizzare una discarica ex novo.4- sul giornale Roma, il 7 maggio, compare un articolo che preconizza l’ampliamento. Una nuova piazzola, a detta del commisario Vardè, verrà affiancata alla cava per depositarvi altre centomila tonnellate di rifiuti ( a detta del gionalista). Non possiamo assicurare l’attendibilità di questo articolo ma possiamo sicuramente intravederne la logica: mentre la popolazione dorme “sogni tranquilli” aspettando la chiusura imminente appare la notizia strisciante dell’ampliamento,soppiantata, però, dalla rassicurazioni della “rete del comitati”(Franco Matrone ha attivato un vero e proprio contatore della munnezza) e dei “sindaci”. Continue reading

Voi non potete fermare il vento

Con la Valle che resiste, SEMPRE!

Malcapitati lo siamo tutti chi più chi meno e se la notte scorsa la mia casa ha evitato il rastrello è stato per botta di culo lassù potrei esserci io e la merda non spaventa chi ci finirà comunque [Wu Ming 1, La più grande carpa d’Occitania, dedicato al movimento No Tav]

Come è cominciato l’anno per i movimenti in Italia? Riportiamo qualche dato che dimostra la preoccupante situazione dell’attivismo sociale nel nuovo corso del governo Monti. L’elenco si riferisce soltanto alla settimana appena trascorsa.

21 gennaio: a Chieti un gruppuscolo di fascisti aggredisce un attivista dell’Assemblea permanente di Chieti perchè antifascista.
22 gennaio: a Genova denunciati dalla Digos tre sindacalisti FIOM per il blocco dell’aeroporto contro la chiusura di Fincantieri.
23 gennaio: a Teramo 11 perquisizioni nelle case di militanti di Azione Antifascista, alla ricerca di uno striscione. A Torino un compagno viene arrestato. Deve scontare 2 mesi per delle scritte murarie fatte a Bologna nel 2007.
24 gennaio: a Modena colpiti i militanti del centro sociale Guernica e di Rifondazione comunista. 4 arresti domiciliari e obblighi di firma. A Roma devastata e vandalizzata la sede dello Spazio liberato femminista e lesbico 22 via dei Volsci.
25 gennaio
: a Montecitorio cariche della polizia contro i pescatori in lotta.
26 gennaio: all’alba una vasta operazione repressiva colpisce il movimento No Tav. Arresti e perquisizioni su tutto il territorio italiano, a Napoli perquisita la sede dello Spazio Anarchico 76(A).

Questo il vero volto dello Stato, capace solo di difendere gli interessi degli sfruttatori senza scrupoli. Ieri come oggi, la repressione poliziesca e la manovalanza fascista colpiscono movimenti e individui colpevoli di non sottostare alle volontà delle istituzioni.
Ricorderemo sempre quello che abbiamo letto su un muro di Corso Umberto a Napoli: i nostri sogni sono più grandi delle vostre gabbie.

Solidarietà a tutte le vittime della repressione

L’Ungheria NON è la via

Bandiera ungherese
L’Ungheria come nuovo baluardo della resistenza alla crisi globale? Ma anche no!

Organizzazioni di destra, cospirazionisti e cattolici ultraconservatori si stanno prodigando per dipingere il governo di Viktor Orban come l’esempio da seguire per sfuggire alla morsa del Fondo Monetario e della Banca Centrale Europea.

Il Parlamento ungherese ha approvato una nuova Costituzione fortemente identitaria e autoritaria e il partito al potere, Fidesz, di centro-destra, fa sempre più sue le posizioni dello Jobbik neofascista. Ma cosa si nasconde dietro a questa “nuova Ungheria”?

Si nasconde un nazionalismo tradizionalista che ha significativamente eliminato la parola Repubblica dal nome dello Stato, ora semplicemente Ungheria.
Si nasconde una violenta ondata di razzismo, che porta le minoranze ad essere considerate come “altre nazionalità” e ad eliminare i già pochi diritti della comunità Rom, particolarmente perseguitata da opinione pubblica, populisti e aggressori fascisti[1].
Si nasconde una legalizzazione delle organizzazioni paramilitari con un articolo sulla legittimità della violenza “a scopi politici” (ovviamente quelli che fanno comodo al Governo, pensate che un Governo possa tollerare attacchi anarchici?); le organizzazioni paramilitari, per la cronaca, sono il braccio armato dello Jobbik.
Si nasconde un rigurgito di identitarismo cristiano – Dio e il cristianesimo sono gli elementi unificanti della nazione – che ha già reso illegale l’aborto e che sbarra del tutto la strada ai matrimoni gay. Sul Web potete trovare articoli molto ampi e dettagliati sulla situazione dei diritti civili nell’attuale Ungheria: qui vogliamo provare ad analizzare le istanze economiche e sociali del nuovo (?) corso ungherese. Continue reading