[Boscoreale] 3/6 – Comunicato stampa dall’Ex-Asilo Occupato

3 giugno 2012 – ore 10:00

La prima notte di occupazione è passata, tra l’euforia e la stanchezza. Questa mattina, alle 8.00, la polizia municipale è ritornata ad affiggere alle pareti della struttura l’ordinanza di sgombero. Il sindaco, Gennaro Langella, chiosa, su vari giornali, che esiste già un bando per l’assegnazione della struttura a PRIVATI. Un altro luogo da affidare agli esclusivi interessi di una casta, per farlo diventare un edificio accessibile a pochi; l’ennesimo spazio strappato alla collettività perché QUALCUNO  ha deciso di tenerlo chiuso-inagibile-abbandonato.

Ebbene, che gli amministratori sappiano che noi non abbiamo nessuna intenzione di andare via; questi territori scontano da troppo tempo deficit di socializzazione ed aggregazione mentre emigrazione e disillusione sono all’ordine del giorno. Siamo stati espropriati già da tempo del nostro diritto ad esistere ed abbiamo visto,come giovani, tutti i nostri coetanei andare via per cercare una vita migliore altrove. Noi vogliamo avvisare il nostro caro sindaco che il nostro altrove è qui!

Rete Spazi Autogestiti

[Ercolano] 24/03 – Res.In.A. libera spazi!

Res.In.A.

Ieri i compagni e le compagne del Coordinamento Res.In.A. hanno liberato un locale a Piazza Pugliano (Ercolano).

Dopo tante iniziative organizzate nelle ultime settimane proprio in questa piazza, volte a spiegare l’importanza di uno spazio autonomo e indipendente in città, il coordinamento ha deciso di riabilitarne uno, per ridarlo a chi vive ogni giorno il quartiere.

La reazione delle istituzioni non si è fatta attendere: dopo poco più di un’ora le forze dell’ordine hanno sgomberato lo spazio, nel quale hanno trovato pericolosissimi sovversivi intenti a pulire e spazzare. La partecipazione popolare è stata fortissima. Al momento dello sgombero lavoratori, pensionati e giovanissimi della zona hanno difeso le ragioni dello spazio sociale. Continue reading

Riappropriamoci degli spazi! – Introduzione all’autogestione

Riappropriamoci degli spazi/ Riappropriamoci di ciò che è nostro/ Riappropriamoci della nostra vita, non lasciamola scorrere così! [99 Posse, Ripetutamente]

Ci riteniamo abbastanza fuori moda per tornare a proporre una delle pratiche storiche del movimento operaio, estesa nel tempo anche ad altri ambiti, come quello dei servizi o, appunto, quello scolastico. Stiamo parlando dell’autogestione, parolina composta che ha costituito motivo di timore e isteria per generazioni di padroni di fabbrica e baroni poco rampanti delle università.

La pratica dell’autogestione mette immediatamente alla prova dei fatti la capacità di organizzarsi collettivamente e dal basso. Nell’autogestione, c’è spazio per la libera espressione di tutti, a patto che ognuno contribuisca, a seconda delle sue capacità e possibilità, al benessere collettivo: e così, volendo immaginare una scuola già nel vivo della pratica di riappropriazione dello spazio, chi si reputa un buon lavapiatti potrà dare un mano in cucina al cuoco e al cameriere. Ma l’autogestione ripudia l’autorità e scardina l’alienazione del posto fisso, e chi, stufo di lavare piatti, volesse provare quell’esperienza divertentissima e creativa (non che socialmente utile) che è il cucinare, deve essere lasciato libero di provare, e quant’anche supportato nel suo fare-esperienza.

Autogestione non vuol dire “mantenimento dell’apparato scolastico e del sistema ad esso connesso”. Al contrario, con l’autogestione l’istituzione si trasforma in spazio sociale liberato dal carattere autoritario-repressivo che la contraddistingue. Un’autogestione che non cambia di una virgola le pratiche scolastiche, ma le edulcora con una presunta partecipazione studentesca, è un aborto bello e buono.

Purtroppo, è una triste consuetudine dell’occupazione quella di essere manovrata ed egemonizzata dai paladini del compromesso. Chi scrive ha vissuto un’occupazione vergognosamente contrattata con la Digos, il cui questore suggellò un patto d’acciaio col rappresentante fascista del liceo. È stata una lezione: pertanto liquidiamo subito l’argomento “destra” dicendo che sarebbe meglio allontanare ancor prima della mobilitazione i fasci, indipendentemente dal loro essere ribbelli o di partito.

I politicanti di (centro)sinistScuola autogestitara sostengono le occupazioni solo finché l’autogestione coincide con la gestione dello spazio da parte del collettivo di turno. Per queste avanguardie in mutande, di volta in volta amiche del sindacato concertativo o “di lotta” di turno, una scuola gestita dalla collettività degli studenti è un incubo. L’unico modo per combattere questa deriva elitaria è la salda unità degli studenti in agitazione: quattro – cinque stalinisti ripuliti non possono nulla di fronte a 500 individui auto-organizzati e determinati a riprendersi uno spazio…

Quella dell’autogestione è una storia nobile seppur piena di sconfitte, di cui torneremo a parlare prossimamente. Per ora, rilanciamo con forza questo mezzo che ha come fine la sua stessa esistenza. Qualche anno fa un gruppo di intellettuali francesi, riprendendo il motto degli operai russi del 1917, ha proposto di consegnare <<tutto il potere alle Comuni>> [Comitato Invisibile, L’insurrezione che viene]… rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a costruire questo progetto.