[Somma Vesuviana] 17/1 – Esuberi e licenziamenti alla Dema

Riportiamo dal sito dei Clash City Workers.

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Ritorna agli onori delle cronache locali (e non solo) la questione degli esuberi in Dema, società fornitrice di semilavorati, progettazioni meccaniche assemblaggio e sperimentazione di nuovi materiali nel comparto aeronautico.

Si preannunciano ulteriori 99 licenziamenti nella sede di Somma vesuviana che è la maggiore in Campania dopo la chiusura della sede di Pomigliano ed il ridimensionamento di quella beneventana.

61 dipendenti nel 2014 e altri 81 nel 2015 sono stati costretti alla cassa integrazione che scadrà a marzo di quest’anno. I tagli sono puntati in particolare sulle produzioni legate allo sviluppo ingegneristico. Questa volta, sono coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo 59 impiegati, 36 operai, due dirigenti e due quadri.

Purtroppo non è tutto.

La sede di Brindisi è anch’essa colpita da 130 possibili licenziamenti (80 lavoratori è la quota minima da “tagliare”, ma difficilmente lo stabilimento resterà aperto con solo 50 dipendenti) e già ci sono state mobilitazioni dei lavoratori con presidi presso il Mercato del Lavoro della Provincia dove le organizzazioni sindacali si incontravano coi rappresentanti delle istituzioni per trovare una soluzione.

La vertenza Dema non è certo una novità caduta dal cielo: da almeno 5 anni la conferma delle commesse aeronautiche (soprattutto di Alenia, Augusta Westland e della canadese Bombardier) erano in forse ed alla fine si è arrivati a ciò che si si temeva : l’internalizzazione delle forniture da parte delle aziende committenti. Del resto le pesanti ristrutturazioni avvenute in finmeccanica non presagivano nulla di buono per le aziende fornitrici.

Il 20 gennaio si terrà a Napoli un incontro all’unione industriali per fare il punto della situazione ed aggiungere un ulteriore “tavolo di crisi” (che in realtà non era mai stato sparecchiato) allo stillicidio di posti di lavoro ed al processo di deindustrializzazione inesorabile che investe tutto il mezzogiorno.

[Castellammare di Stabia] 12/5 – Lavoratori delle terme in agitazione

A Castellammare di Stabia c’è aria di mobilitazione. Lo scorso lunedì i lavoratori delle Antiche Terme della città hanno occupato la presidenza del Consiglio Comunale, oggi in circa 30, lo stabilimento termale.

Si parla di una vertenza di circa 200 lavoratori in cassa integrazione e senza alcuna prospettiva per il proprio futuro lavorativo. Un anno e mezzo fa, quando questa vicenda comincia, si era prospettata, all’orizzonte, la mancata ricapitalizzazione della partecipata, il fallimento – poi annunciato a marzo –  e l’unica via paventata della svendita a privati, operazione che peraltro non avrebbe garantito in alcun modo il reintegro dei dipendenti lasciati a casa.
Da allora poco si è mosso ed è proprio per questo che i lavoratori, sempre più stanchi di false promesse da parte delle istituzioni e della mancanza di lavoro, sono nuovamente in mobilitazione. L’obiettivo è quello di rimettere tutto in gioco, provando a ottenere nuovi investimenti pubblici per la riattivazione dello stabilimento e scongiurare così il rischio della cessione a privati e del definitivo licenziamento.

[fonte: sito dei Clash City Workers]

[Napoli] 9/5 – Lavoratori e lavoratrici in lotta chiudono uno store dell’Algida

Riportiamo analisi e testimonianze della serata di lotta di sabato scorso dal sito dei Clash City Workers.

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Sono le 19 di un accaldato sabato pomeriggio, a Napoli. Lavoratori dell’Algida, dell’Alenia, di Pomigliano, precari, disoccupati e studenti, organizzati nella neonata Camera popolare del Lavoro, hanno appena costretto lo store Algida della Stazione Centrale di Napoli a chiudere per una buona mezz’ora.

Un messaggio arrivato, siamo sicuri, immediatamente alla direzione aziendale dello stabilimento di Caivano, e che costringerà finalmente i manager a spendere due parole – almeno quelle, visto che di soldi non ne vogliono proprio cacciare! – sulla gestione del lavoro in fabbrica. Qualcosa dovranno dire anche i sindacati, completamente assenti, almeno finora, nella vicenda che raccontiamo, ancora una volta, sinteticamente.

1. L’Algida non è una fabbrica in crisi

Lo stabilimento di Caivano, unico rimasto in Italia, continua a fare importanti fatturati: insieme agli stabilimenti tedeschi, francesi e inglesi produce gelati per tutto il continente europeo. Il Magnum e il Cornetto, per dire, si fanno a Caivano, come pure molti altri prodotti. Pochi anni fa ha ricevuto pure circa 21 milioni di euro dallo Stato, nell’ambito del programma InvItalia, per l’ammodernamento dello stabilimento: sono stati installati i pannelli solari per l’autosufficienza energetica, ammodernate le linee, reso più ecologico tutto l’impianto, tanto da far scrivere al quotidiano La Repubblica, nel 2013, che la storia dell’Algida di Caivano era contraria a quella di tante multinazionali in fuga dall’Italia, parole confermate dal manager di Unilever, Pierluigi Orlandi, che dichiarava: “Qui si conferma e rafforza la nostra intenzione di continuare a investire sul gelato e in Italia, e assicurare a Caivano un ruolo di rilievo nello scenario globale dei nostri siti produttivi”. Continue reading

[Napoli] 5/4 – Meno Monti più Valli! Sulla contestazione a Mario Monti

Monti a Napoli

Il prof. dott. ec. ecc. Mario Monti compie la sua prima visita a Napoli in qualità di presidente. Scende a Sud per “rilanciare” Pompei, proponendo la messa in sicurezza del sito archeologico (idea geniale, innovativa, ne pensa una più del diavolo ‘sto qui, eh?) e un prefetto per mettere un argine alla criminalità. Tutto molto bello, non fosse che per Monti “criminalità” non vuol dire soltanto “camorra”, ma anche “opposizione sociale”, come dimostra l’ondata repressiva a cui assistiamo dall’inizio dell’anno (qui un nostro vecchio post sull’argomento). La stessa opposizione sociale che ha deciso di dargli il benvenuto nella nostra bella città.

L’arrivo di Mario Monti a Napoli non poteva che trovare tutti i movimenti del napoletano pronti ad accoglierlo come si confà ad un presidente del Consiglio che nessuno ha votato. Il presidio a Piazza Trieste e Trento ha visto in effetti la partecipazione delle maggiori sigle dei movimenti sociali e forse l’adesione sarebbe stata ancora più alta se in contemporanea non ci fosse stato il primo presidio contro i tagli della Circumvesuviana a Porta Nolana – presidio, beninteso, ugualmente importante, specie per chi (come noi) vive proprio nel vesuviano, e da ripetere il prima possibile. Tra le sigle presenti in piazza, massiccia l’adesione dei disoccupati (Precari Bros e compagn* del Sindacato Lavoratori in Lotta), centri sociali e dei collettivi studenteschi. Da registrare anche un notevole spiegamento di forze dell’ordine particolarmente nervose. Continue reading