[Castellammare di Stabia] 12/5 – Lavoratori delle terme in agitazione

A Castellammare di Stabia c’è aria di mobilitazione. Lo scorso lunedì i lavoratori delle Antiche Terme della città hanno occupato la presidenza del Consiglio Comunale, oggi in circa 30, lo stabilimento termale.

Si parla di una vertenza di circa 200 lavoratori in cassa integrazione e senza alcuna prospettiva per il proprio futuro lavorativo. Un anno e mezzo fa, quando questa vicenda comincia, si era prospettata, all’orizzonte, la mancata ricapitalizzazione della partecipata, il fallimento – poi annunciato a marzo –  e l’unica via paventata della svendita a privati, operazione che peraltro non avrebbe garantito in alcun modo il reintegro dei dipendenti lasciati a casa.
Da allora poco si è mosso ed è proprio per questo che i lavoratori, sempre più stanchi di false promesse da parte delle istituzioni e della mancanza di lavoro, sono nuovamente in mobilitazione. L’obiettivo è quello di rimettere tutto in gioco, provando a ottenere nuovi investimenti pubblici per la riattivazione dello stabilimento e scongiurare così il rischio della cessione a privati e del definitivo licenziamento.

[fonte: sito dei Clash City Workers]

[Castellammare di Stabia] 9/4 – Grave aggressione fascista alla Ciclofficina Popolare “Raffaele Viviani”

antifa rossoRiportiamo il comunicato ufficiale (da Antifa) della “Ciclofficina popolare Raffaele Viviani” sull’aggressione subita da parte dei fascisti. A seguire, abbiamo voluto riportare un commento dei compagni e delle compagne dell’antifascismo vesuviano sull’episodio (da Vesuvio Antifa).

Quest’aggressione conferma ancora una volta, se mai qualcuno avesse bisogno di ulteriori conferme, che la maschera da boy-scout di cui provano a dotarsi i topi di fogna del terzo millennio nasconde la sola natura possibile del fascismo: quella di chi è guardia del corpo del Capitale e gorilla dei privilegiati, e che non trova di meglio per far contenti i suoi padroncini che attaccare realtà politiche e sociali autonome e organizzate dal basso. Ieri erano le Camere del Lavoro e le sedi dei giornali di sinistra, oggi possono essere le ciclofficine popolari, i centri sociali, le occupazioni.

Il 25 aprile è vicino… rispediamoli nella topaia della storia.

Grave aggressione alla Ciclofficina Viviani

Ieri, giovedì, 9 aprile, la “Ciclofficina popolare Raffaele Viviani” ha subìto una violenta aggressione durante il consueto orario di apertura al pubblico.

L’accaduto ci preoccupa non poco vista l’entità dell’attacco di chiaro stampo fascista.
L’avvenimento ci lascia ancor più stupiti vista la nostra natura apartitica come da statuto.
Un gruppo di persone munito di mazze, cinture e catene senza nessuna motivazione plausibile ha aggredito i giovani volontari mentre svolgevano le attività inerenti il laboratorio.

L’associazione di promozione sociale “Gli amici della Filangieri” da anni opera sul territorio stabiese attraverso iniziative volte alla sensibilizzazione di tematiche quali l’ambiente, l’integrazione sociale e la tutela del patrimonio culturale.

Smentiamo le notizie emerse a caldo su alcune testate locali che affermano ci sia stata una rissa tra diverse componenti politiche e invitiamo gli organi di stampa a rettificare gli articoli che contengono informazioni non veritiere, alla luce di questo comunicato.

Ci teniamo a precisare che si tratta di un’aggressione a senso unico, a testimoniare ciò la non reazione dei volontari presenti che non hanno risposto ai violenti e ingiustificati attacchi di questi individui.
Il rammarico maggiore resta che uno dei ragazzi ha riportato una ferita al volto (12 punti di sutura).

Speriamo che l’episodio non sia affrontato con leggerezza da parte delle forze competenti per evitare che in futuro possano avvenire nuovamente fatti del genere a noi come ad altri.

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CazzoPound Mini

Antifa Vesuvio – A Castellamare topi escono dalle fogne, occorre derattizzare

Alla mannaia repressiva dello Stato degli ultimi giorni che ha visto coinvolti sette compagni cremonesi e tre baresi (per essersi opposti alle merde reazionarie) è seguita, questa volta sui nostri territori, la pratica più infame e meschina che la feccia fascista possa compiere. Un gruppo armato di bastoni e catene ha fatto irruzione all’interno della ciclofficina Viviani di Castellammare di Stabia facendo mattanza di chi e di cosa si trovasse all’interno della sede. Continue reading

[Castellammare di Stabia] Bandiere nere e terrorismo giornalistico. Su un trafiletto de “L’Ora Vesuviana”

Questo articolo è comparso su L’Ora Vesuviana, “la voce libera sotto il Vesuvio”. A dir poco illuminante. Apprendiamo che il drappo nero, bandiera dei Fratelli Musulmani, è comparso a Castellammare di Stabia. Ora, a parte il fatto che la bandiera dei Fratelli Musulmani è verde, mentre a essere nera è quella dell’ISIS (ma l’autore, Paolo Perrotta, fa un po’ di voluta confusione), è molto interessante apprendere che la bandiera nera è da legare soltanto al fondamentalismo islamico. Movimento anarchico e pirateria non hanno niente a che fare con la bandiera nera? Ma senza pretendere che nel corteo dei lavoratori vi fossero anarchici o novelli pirati, l’idea che si sia utilizzata la prima pezza sotto mano per fare uno striscione non è balenata nella mente cospirazionista del signor Perrotta? L’ISIS è arrivato nientepopodimeno che a Castellammare di Stabia?
Di fronte a tanta pochezza intellettuale, la considerazione è sempre la stessa: i veri terroristi ce li abbiamo in casa, e non hanno bandiere dell’ISIS ma penna e taccuino.
E adesso godetevi questo capolavoro di pressappochismo. Torneremo poi a parlare, con più attenzione, delle vertenze in corso a Castellammare.

C’è poco da ridere, o forse no. Ma che in strada per proteste giustissime, per carità, si inizino a vedere i colori dei “fratelli musulmani”, a me fa ridere poco. Ieri pomeriggio il traffico ha totalmente paralizzato una Castellammare di Stabia, che se da una parte rilancia con il porto turistico e con l’incoming, dall’altro nel silenzio (complice) della politica perde le sue “vecchie glorie”. L’acqua, quella che si vendeva negli stabilimenti: andata. E con essa anche quella sulfurea delle Terme di Stabia, trampolino di lancio e dirittura di arrivo per politici con la “p” minuscola e la schiena storta che non si curavano di quanto costavano quei cda (tutti anche gli ecologisti e i passionari correvano per un posto nel cda delle Terme di Stabia, assieme a quelle di Agnano) e di che fine dovessero fare quei lavoratori. Sì i lavoratori, ieri hanno intasato la Città delle Terme e tra loro è spuntato un manifesto che col Padreterno, con San Catello e coi D’Alessandro (la storica famiglia che da Scansano controllava tutto) non c’entra nulla. E’ comparsa una bandiera nera, simile a quella dell’Isis, sulla quale c’è scritto in giallo ‘Terme di Stabia’. Amen.

[Castellammare di Stabia] 13/1 – Proteste e blocchi dei rifugiati di Villa Angelina

Riportiamo da Hurriya.

Le richieste dei richiedenti asilo di Villa Angelina: carta d’identità e tessera sanitaria [fonte: Stabia24]

Stamattina [13 gennaio 2015, ndr], a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, i circa 100 richiedenti asilo presenti da quasi un anno nell’ex albergo Villa Angelina, hanno protestato bloccando il traffico veicolare, come protesta per la mancata assistenza sanitaria.
L’edificio è stato “blindato” da polizia e Digos.

Per comprendere il clima che si respira in zona, ricordiamo che sempre a Castellammare, tre settimane fa, un altro centro, l’Asharam, aveva subito un attacco incendiario di “matrice xenofoba o camorristica”.

Parecchia polizia intorno Villa Angelina [fonte: Stabia24]

[Castellammare di Stabia] 31/12 – Precarietà assistenziale a Castellammare: una denuncia dell’USI-AIT Sanità

Riportiamo dal sito dell’USI-AIT.

testausi

Una denuncia pubblica della sezione campana di USI_AIT Sanità.

AL DIRETTORE SANITARIO OO.RR. AREA STABIESE. Castellammare di Stabia.

Oggetto: Precarietà assistenziale notturna nel Plesso di Gragnano.

Nell’indifferenza generale, è diventata insostenibile la questione dell’assistenza medica notturna nel Plesso di Gragnano.
Rimane difficile e problematica la comunicabilità tra i comparti delle due unità operative e i sanitari del SAUT che, ufficiosamente, provvedono a colmare il vuoto emergenziale, in attesa dell’arrivo del medico reperibile.
Gli infermieri professionali si prodigano sovente a compiere scelte e a sovraccaricarsi di responsabilità che non gli competono.

I degenti e i rispettivi parenti avvertono e lamentano la precarietà assistenziale.
Il peso della reperibilità notturna si riverbera solo su una quota striminzita del corpo sanitario in servizio, ormai saturo di una simile condizione squilibrata. La chiamata in pronta disponibilità non è riconosciuta in modo automatico, ma è stato concepito un meccanismo per cui quanto è dovuto dipende da un elemosinare.
E’ altrettanto problematico il rapporto con il Pronto Soccorso del San Leonardo, i cui medici non giustificano l’evenienza di una permanenza, nei locali adibiti all’urgenza, di degenti provenienti da Gragnano che necessitano di un’osservazione più complessa che solo il presidio ospedaliero può garantire.
La persistenza di questo stato di cose scaturisce da scelte miopi e di fiato corto. L’intervento amministrativo è stringente. E’ perverso continuare a tirare a campare, fino all’evento esplosivo che rimescola il tutto inevitabilmente con conseguenze penali per i malcapitati.
O si ripristina il turno notturno medico o si ritorna alla casa madre e si dispone il Plesso per altro.

dr Amato Rizzo. USI-AIT Sanità

tel. 3495409532

e-mail: amato.rizzo [at] alice.it

31-12-2014