[Ercolano] 15/11 – La repressione attacca il Circolo anarchico “Vesuvio Libertario”!

Riportiamo dal sito della Croce Nera Anarchica.

bandiera nera

Ieri, 15/11 i compagni Anarchici di Ercolano (NA) si sono barricati all’interno della loro sede “Vesuvio Libertario”,  mentre fuori dallo spazio anarchico erano numerosi i carabinieri  che volevano identificare tutte le persone al suo interno.

In mattinata erano avvenuti degli scontri con la feccia fascista di Casa Pound, tutti finiti in ospedale con la testa spaccata a suon di bastonate. La sbirraglia mette in relazione i compagni anarchici con l’accaduto , per questo la volonta di identificare chi si trova all’interno dello spazio.

Dopo l’intera giornata chiusi nella sede i compagni, in serata decidono di aprire la porta e uscire correndo dalla sede, con supporto da fuori, uno colonnello dei carabinieri cade a terra e finisce all’ospedale, mentre i compagni riescono a dileguarsi tranne uno. Il compagno e’ stato rilasciato, e questa  mattina avrà luogo il processo per direttissima con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Intanto si viene a sapere della confisca della sede di Vesuvio Libertario.

Seguiranno aggiornamenti.

RadioAzione – CNA

[Napoli] 4/2 – Alcune riflessioni dopo l’ultimo agguato di Casapound a Napoli

Comunicato della Rete antifascista napoletana sulle recenti aggressioni dei ratti di Casapound ai danni di attivisti e compagni.

antifa rosso

Mai più aggressioni fasciste! Ai nostri posti ci ritroverai!
Napoli Resiste!
Alcune riflessioni dopo l’ultimo agguato di Casapound a Napoli.

Nella nostra città nell’ultima settimana è avvenuto un episodio dalla gravità assoluta: l’agguato, dalle pesanti conseguenze, di 3 militanti di Casapound nei confronti di un gruppi di compagni e studenti medi, a seguito della cacciata di militanti di Blocco Studentesco all’esterno del liceo Vittorini.

Questo episodio è l’ennesimo che arricchisce una fila di gravi atti perpetrati da questo gruppo a Napoli, che nonostante sia stato respinto più volte nei tentativi di estensione in città, continua, grazie alle protezioni politiche e poliziesche di cui gode, a svolgere il ruolo per cui è nato: disturbare, attaccare, criminalizzare, le realtà sociali in lotta.

Un’aggressione molto pesante, che si lega a doppio filo con quella che 5 anni fa colpì tre studenti e compagni all’esterno della facoltà di Lettere e Filosofia, quando furono accoltellati da 3 esponenti di Casapound. Oggi come allora, il clima sorto attorno alla campagna elettorale fomenta i fascisti, pronti ad utilizzare qualunque stratagemma per aggraziarsi il padrino politico di turno. Ieri era Lettieri, oggi tra Taglialatela, la lista di Noi con Salvini, e Lettieri stesso, c’è l’imbarazzo della scelta nell’attesa di vendersi al miglior offerente.

Il volto da “bravi ragazzi” di questo gruppo, è oramai stato smascherato. Nascondendosi dietro finte associazioni di volontariato, Casapound provava ad aggregare sui temi più disparati, ma la presenza costante delle realtà antifasciste ha sempre messo in luce la natura di questi gruppi. Ad oggi, pare, chi ancora continua a credere a questa favoletta sono i massimi dirigenti della polizia di stato, che in un documento (protocollo N.224/SIG. DIV 2/Sez.2/4333 dell’11 aprile 2015) della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, con sigla in calce del direttore centrale, prefetto Mario Papa, descrive Casapound come un’associazione di bravi ragazzi pronti alla cooperazione e alla promozione sociale , additando agli antifascisti le responsabilità di ogni scontro avvenuto in passato. Non ci stupisce affatto questa cosa dati gli innumerevoli episodi in cui sbirri e fasci hanno dimostrato la stessa natura reazionaria e un rapporto di profonda e reciproca connivenza.

Napoli per anni è sempre stata un baluardo della lotta antifascista, città dove tutte le realtà sociali e in lotta sono sempre state unite per allontanare questi soggetti, conniventi con potere e potenti. A questo agguato risponderemo come abbiamo sempre fatto: rilanciando le iniziative di lotte e di riappropriazione dei nostri quartieri; coinvolgere studenti, disoccupati, lavoratori, per combattere le spinte reazionarie di chi vuol riportare indietro l’orologio della storia; respingere le vili aggressioni fasciste colpo su colpo, tutelando tutti coloro i quali portano avanti percorsi diametralmente opposti a questi vili servitori del potere.

In questo denunciamo totalmente il ruolo assunto dallo stato, che utilizza queste organizzazioni per insinuarsi nei tessuti sociali cittadini, utilizzando i fascisti come freno delle lotte.
Uno stato che garantisce una copertura istituzionale, giudiziaria e poliziesca a queste organizzazioni. Appare evidente che non sia stata mai definitivamente recisa la continuità tra il Ventennio Fascista e le cosiddette istituzioni Repubblicane. All’indomani della fine della guerra di liberazione ( e successivamente negli anni ’60 e ’70) ci si preoccupò di bloccare la spinta per la trasformazione sociale che derivava dal prodigioso sforzo profuso dal movimento partigiano e dalla classe operaia.
Nell’attuale situazione di crisi del capitalismo e di una tendenza alla guerra che diventa sempre più evidente, i fascisti vecchi e nuovi trovano sempre più legittimità e sono funzionali alla repressione politica e sociale e all’incitamento alla guerra tra poveri.
Non è lo stato quindi il garante possibile dell’antifascismo e della tutela dei nostri territori. Non è alle istituzioni, alla Magistratura o alle forze dell’ordine a cui pensiamo sia utile rivolgersi quando questi vermi aggrediscono in maniera vile e infame studenti, immigrati o militanti politici.
Allo stesso modo, quei personaggi che fanno oggi della lotta antifascista e della storia della città di Napoli un vessillo, ma che non fanno altro che mettere il cappello su queste battaglie, anche loro in un’ottica esclusivamente elettoralista, sono assolutamente marginali per queste battaglie.

Rilanceremo nelle prossime settimane nuovi appuntamenti di mobilitazione, a cui bisognerà arrivare tramite il confronto e la spinta di tutti i soggetti che in città portano avanti l’antifascismo come valore centrale delle proprie battaglie. Da pochi giorni è passato l’anniversario della battaglia di Stalingrado, così come furono fermati i nazisti, così Napoli è sempre stata baluardo, città in cui il germe fascista non ha mai attecchito e mai attecchirà.

L’antifascismo non si delega
Né con ‪Renzi‬, Né con ‪Salvini‬.
Contro le politiche antipopolari imposti dalla ‪Ue‬ e dalla ‪BCE‬ Costruiamo una nuova ‪‎resistenza‬!

[Somma Vesuviana] 17/1 – Esuberi e licenziamenti alla Dema

Riportiamo dal sito dei Clash City Workers.

logo dema

Ritorna agli onori delle cronache locali (e non solo) la questione degli esuberi in Dema, società fornitrice di semilavorati, progettazioni meccaniche assemblaggio e sperimentazione di nuovi materiali nel comparto aeronautico.

Si preannunciano ulteriori 99 licenziamenti nella sede di Somma vesuviana che è la maggiore in Campania dopo la chiusura della sede di Pomigliano ed il ridimensionamento di quella beneventana.

61 dipendenti nel 2014 e altri 81 nel 2015 sono stati costretti alla cassa integrazione che scadrà a marzo di quest’anno. I tagli sono puntati in particolare sulle produzioni legate allo sviluppo ingegneristico. Questa volta, sono coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo 59 impiegati, 36 operai, due dirigenti e due quadri.

Purtroppo non è tutto.

La sede di Brindisi è anch’essa colpita da 130 possibili licenziamenti (80 lavoratori è la quota minima da “tagliare”, ma difficilmente lo stabilimento resterà aperto con solo 50 dipendenti) e già ci sono state mobilitazioni dei lavoratori con presidi presso il Mercato del Lavoro della Provincia dove le organizzazioni sindacali si incontravano coi rappresentanti delle istituzioni per trovare una soluzione.

La vertenza Dema non è certo una novità caduta dal cielo: da almeno 5 anni la conferma delle commesse aeronautiche (soprattutto di Alenia, Augusta Westland e della canadese Bombardier) erano in forse ed alla fine si è arrivati a ciò che si si temeva : l’internalizzazione delle forniture da parte delle aziende committenti. Del resto le pesanti ristrutturazioni avvenute in finmeccanica non presagivano nulla di buono per le aziende fornitrici.

Il 20 gennaio si terrà a Napoli un incontro all’unione industriali per fare il punto della situazione ed aggiungere un ulteriore “tavolo di crisi” (che in realtà non era mai stato sparecchiato) allo stillicidio di posti di lavoro ed al processo di deindustrializzazione inesorabile che investe tutto il mezzogiorno.