RadioLina – Riparte Rebel Zone!

Rebel Zone

Riparte Rebel Zone!

Rebel Zone partorisce conflitto con nuove rubriche, nuova demenzialità, nuovi progetti di controinformazione tutti i venerdì, dalle 18:00 alle 20:00, su RadioLina in diretta dal Terzo Piano Autogestito.

…Ma cos’è Rebel Zone? Riportiamo dalla pagina della trasmissione (dal sito di RadioLina):

Rebel Zone è uno spazio di satira e controinformazione volgarissimo e demenziale che non vuole adeguarsi al linguaggio serioso della politica, ne tantomeno a quello bigotto e moralista dei media; che vuole insultare chi è rimasto incatenato nelle gabbie moralistiche che questa società ci impone; che crede che la rivoluzione passi anche e soprattutto attraverso il modo di esprimersi e pensare.

Siamo compagni, siamo attivisti, siamo militanti; se ci esprimiamo con vocaboli tipo “puttana” o “negro” lo facciamo perchè ci sembra ridicolo che ci siano ancora persone che si avvalgono di queste parole credendo di offendere realmente qualcuno. Al contempo ci sentiamo, e anzi siamo sfruttati, straccioni, zoccole, ricchioni, negri e ultimi al fianco degli ultimi.

Troverete adesivi ovunque per Napoli e provincia, per ora quindi non ci resta che rilanciare un grido: Appicciat’ a radio!

[Napoli] Anarchici – Il doppio livello del lavello

Nel ribadire il nostro schifo per ogni controllo sociale e teorema giudiziario e la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne anarchiche di Napoli e del resto del mondo, diffondiamo il comunicato degli anarchici e delle anarchiche napoletan@ (pubblicato su Informa-azione) sulle recenti costruzioni dei pennivendoli di regime realizzate partendo dalle ripetute perquisizioni della polizia.

Il 20 marzo, a Napoli, il Centro Studi Libertari di Montesanto, luogo d’incontro del gruppo anarchico Louise Michel, viene invaso e perquisito da circa 20 sbirri tra cui polizia postale, artificieri, antiterrorismo.

Col pretesto di due piccoli reati (manifestazione non autorizzata e interruzione di pubblico servizio in seguito al blocco di un treno ad alta velocità in solidarietà con gli arrestati per gli scontri in Val Susa), i 20 impavidi sequestrano svariati opuscoli, lettere, manifesti, giornali, qualche libro, il PC e fotografano tutto ciò che trovano sul loro cammino: striscioni, l’intera biblioteca e l’interno di un pericolosissimo e sospetto frigorifero.

Il centro studi, nel quartiere di Montesanto dal 1975, per loro è il covo dove si organizzano i reati suddetti e la sede della stamperia clandestina del mensile ad alto potenziale La Miccia.

Normale amministrazione per loro, portata avanti con i soliti metodi triti e ritriti che non ci colgono  di sorpresa e che certamente non temiamo.

La sorte vuole che durante la perquisizione gli sbirri trovano una lettera di rivendicazione della FAI, Federazione Anarchica Informale, relativa ai pacchi bomba del dicembre 2010. Non credono ai propri occhi, l’inafferrabile organizzazione terroristica anarchica che semina il panico tra sbirri, consoli, Equitalia e altri porci di simile caratura lascia una traccia a poche centinaia di metri dalla questura. Come l’Eldorado per i conquistatori il ritrovamento della rivendicazione dà il via alle più perverse fantasie alla ricerca del motivo sul perché quella lettera si trovasse a Montesanto. La digos di Napoli da un lato fa sprecare ai pennivendoli al suo servizio fiumi di inchiostro sul ruolo cardine degli anarchici napoletani all’interno dell’organizzazione terroristica, utilizzando gli stessi metodi di un giornale scandalistico di infimo ordine; dall’altro, in pieno delirio da novelli CSI, spende fior di quattrini alla ricerca di tracce di DNA e impronte digitali sulla lettera trovata e conservata in una preziosa teca. Ma purtroppo per loro i pericolosi terroristi non hanno lasciato traccia. Presumibilmente l’unico responso delle analisi avrà incastrato un postino incensurato che torchiato per ore sarà stato rilasciato col monito di indossare i guanti quando recapiterà le rivendicazioni la prossima volta. Continue reading

[Boscoreale] 2/10 – Per un Movimento di lotta disoccupati e precari area vesuviana @ C.S.O.A. Asilo 45

Martedì 2 ottobre ore 20:00

@ CSOA Asilo 45 – Piazza Vargas, Boscoreale

Aderisci al MOVIMENTO DI LOTTA DISOCCUPATI E PRECARI AREA VESUVIANA

Per un reddito di base incondizionato universale

Il 27 settembre abbiamo partecipato all’assemblea organizzata dal CSOA Asilo 45 dedicata al tema del reddito di base incondizionato universale. Nel corso dell’assemblea abbiamo notato una nuova volontà di rcostruire un movimento di lotta dei disoccupati e dei lavoratori precari dell’area vesuviana. Per questo, i compagni e le compagne di Boscoreale hanno indetto una nuova iniziativa per il 2 ottobre, percominciare a pensare un movimento di questo tipo specificamente per il tessuto sociale vesuviano.

Invitiamo anche alla lettura del documento analitico elaborato dai compagni e dalle compagne dell’Asilo 45, che potete trovare a questa pagina.

[Ercolano] 19/09 – Villa Favorita: i catenacci li vogliamo tutti aperti!

Riportiamo il testo del documento diffuso dal Collettivo Res.In.A. durante un’azione di contestazione e sabotaggio simbolico. Seguiranno maggiori informazioni in un post dedicato interamente alle prospettive d’azione e lotta nell’area vesuviana e napoletana.

VILLA FAVORITA: I CATENACCI LI VOGLIAMO TUTTI APERTI!

Abbiamo deciso di porre un catenaccio ad uno dei cancelli di Villa Favorita per denunciare l’inaccessibilità quotidiana agli spazi verdi della città. Questo catenaccio è stato lasciato aperto come segnale di apertura alla cittadinanza, che vuole giustamente godersi un giorno di musica per cui ha pagato un biglietto, mentre noi vorremmo che i cancelli di uno SPAZIO PUBBLICO rimangano spalancati anche gli altri 364 giorni dell’anno.

Villa Favorita è una delle ville vesuviane che restano chiuse tutto l’anno per poi venire aperte solo in caso di grandi e piccoli eventi. Non si capisce per quale motivo la Fondazione Ente Ville Vesuviane debba ricevere finanziamenti per tenere chiusi tali gioielli, beni comuni della collettività, per poi aprirli una tantum, anziché gestirli con il supporto e la partecipazione della comunità.

Così, lo splendido Parco sul Mare della Villa Favorita continua a restare tristemente chiuso al pubblico, con i suoi spazi all’aperto (cosa rara in una città vessata dal cemento abusivo, dall’inquinamento e dall’assoluta mancanza di spazi aggregativi) usufruibili una sola volta a settimana, la domenica mattina.

Una vera e propria miseria che stride con i 644 mila euro spesi dalla Regione e dall’Ente Ville per consentire lo svolgimento di concerti a pagamento, e per questo motivo ‘elitari’, all’interno di quelli che dovrebbero essere SPAZI PUBBLICI APERTI ALLA CITTADINANZA. Continue reading

Dal carcere di Perugia: lettera di Alberto “Fagiolino”

Riportiamo da 10×100 una lettera di Alberto detto Fagiolino, uno dei compagni condannati per i fatti di Genova 2001. Invitiamo a scrivergli per dimostrargli che non è solo. L’indirizzo è:

Alberto Funaro
Casa Circondariale Capanne
Via Pievaiola 252
06132 Perugia

Liber* tutt*!

Ciao,

Malgrado gli 11 anni trascorsi è ancora ben chiaro nella mia mente il ricordo che ci portò in quelle giornate a Genova, eravamo felici e pieni di speranze, eravamo più di 300.000 mila, tutte e tutti con la voglia di contestare i potenti, tutti e tutte con la voglia di costruire un mondo diverso (nel nome di un così detto movimento dei movimenti). Poi purtroppo qualcosa è andato storto, se così vogliamo dire, ed è successo quello che è successo: le violenze, i massacri e la morte (omicidio di Stato) di uno di noi, il nostro caro Carlo. Mi ricordo anche molto bene l’ipocrisia di chi giù in quei giorni cominciava a cavalcare l’onda dividenti i buoni da cattivi.

Il dopo Genova fu poi caratterizzato da quell’accanimento, da quella caccia alle streghe da parte della magistratura nei confronti di 25 tra compagni e compagne con l’accusa assurda del reato di devastazione e saccheggio.

A seguire poi il buio più completo, fino a quel 2008 quando la Corte d’Appello portò da 25 a 10 i compagni e le compagne accusate per quell’abominevole reato e, ricordo ancora bene quello che si percepiva dalla dichiarazione (in rete) rilasciata da Casarini dopo la sentenza, i “suoi 15″, i manifestanti modello e per questo giustamente assolti (alla faccia della solidarietà militante!).

Gli altri 10 invece cani sciolti, brutti, zozzi e cattivi e, così giustizia fu fatta. 10 per lo più anarchici, i subbugliatori du 300.000 persone e, non lo dico per vittimismo, forse sarà una coincidenza o forse un dato di fatto, chissà…?

Poi di nuovo calarono le tenebre e tutto andò al dimenticatoio sino alla sentenza finale del 13 luglio del 2012 quando la Cassazione confermò per noi 10 la condanna per il reato di devastazione e saccheggio (con pene dai 7 ai 15 anni di reclusione). Continue reading