[Napoli] 18/05 – Assemblea in piazza contro Equitalia

Assemblea contro Equitalia - 18/05/12

VENERDì ore 16:30

@ via Ponte di Tappia (Slargo Feltrinelli – adiacente via Roma) – NAPOLI

ASSEMBLEA IN PIAZZA CONTRO EQUITALIA

Comunicato delle Rete dei movimenti napoletani contro Equitalia:

Dopo la manifestazione di venerdi scorso continua la campagna per la chiusura di Equitalia con un assemblea pubblica Venerdi 18 maggio alle ore 16.30 in via Ponte di Tappia (Adiacente via Roma – Slargo della Feltrinelli).
Invitiamo tutti e tutte a partecipare per discutere delle prossime iniziative da organizzare, per estendere la campagna e connettersi alla protesta su scala nazionale. Ma anche per fare informazione chiara contro le strumentalizzazioni di certa stampa.
Noi non ci riconosciamo nel cosiddetto “movimento anti-tasse” anche se combattiamo le politiche di “austerity” dei governi.
Anzi ci teniamo alla larga dai populismi proto-leghisti e personaggi improbabili come l’avv Pisani, che sta strumentalizzando le vicende personali di Diego Maradona (cmq vittima del meccanismo Equitalia) per farsi pubblicità.

Noi lottiamo con determinazione invece contro le pratiche da usura messe in atto da Equitalia contro le fasce deboli della popolazione, mentre i grandi patrimoni e i grandi evasori fiscali rimangono intoccati. Chiediamo la chiusura di Equitalia e di queste società che in forma privatistica gestiscono i crediti pubblici accanendosi con la povera gente. Rivendichiamo una sanatoria sui debiti dei ceti sociali già assaltati dalla crisi: lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli lavoratori autonomi e artigiani, disoccupati e precari, categorie nelle quali tutti noi ci collochiamo socialmente.
L’obiettivo è di sostenere una mobilitazione larga e autorganizzata che veda protagonisti i soggetti sociali aggrediti dalla crisi e taglieggiati dal metodo rappresentato da “Equitalia”.

Rete dei movimenti napoletani contro Equitalia

[Vesuvio] Lavoratori protestano nel cratere del Vesuvio

Vesuvio Natura Lavoro - 13/05

Tanti turisti si sono affacciati per capire cosa stesse succedendo nel cratere. Lavoratori Natura e Vesuvio, il pacco è fatto. Grazie, si legge sullo striscione. Sono gli ex lavoratori socialmente utili che dal 2008, anno di fallimento della cooperativa “Vesuvio Natura e Lavoro“, aspettano una convocazione da parte della Regione per discutere di una vertenza che riguarda da vicino il turismo e l’economia dell’area vesuviana e della Campania tutta.

Le spese per la manutenzione del territorio, che dovrebbe essere curata dai 30 operatori, vengono “risparmiati” per fronteggiare gli incendi sul Vesuvio (già 5 dall’inizio dell’anno) che potrebbero essere prevenuti proprio dall’azione degli operatori. La cooperativa si occupava, al tempo, proprio del servizio antiroghi, oltre che della manutenzione dei viali (tra i quali i percorsi ciclabili e per disabili), dei bagni e della biglietteria.

Già il 24 aprile alcuni lavoratori dell’ex cooperativa si erano calati nel cratere del Vesuvio, affrontando peraltro condizioni climatiche pessime. Scrive Francesca Pilla su il manifesto (24/04/12):

Dai 98 iniziali oggi ne sono rimasti 55, non più giovani e senza molte opportunità in un periodo di crisi in cui le offerte di lavoro non cadono certo dagli alberi, e dove in regione un giovane su tre è disoccupato. Così dopo un anno dalla fine della mobilità in deroga, senza una fonte di reddito, hanno iniziato a protestare. In queste settimane hanno occupato le strade del comune di Ercolano, solo 5 giorni fa hanno organizzato un corteo lungo il percorso montano che giunge in cima al Vesuvio, bloccando macchine, bus, turisti e visitatori. Anche ieri mattina era prevista un’iniziativa analoga per chiedere un incontro in regione, ma in cinque hanno avuto l’idea di fare qualcosa in più per attirare l’attenzione: si sono calati all’interno del cratere, mentre i colleghi sono rimasti fermi alla biglietteria a quota mille metri, prima del Gran Cono, a dargli manforte. [1]

Il 2 maggio la Commissione lavoro ha convocato un Consiglio regionale con i sindacati, ma la vertenza dell’ex “Vesuvio Natura Lavoro” non è stata risolta.[2]

Ora i lavoratori si sono risistemati sullo spuntone di roccia con una tenda e il loro striscione. Le condizioni sono precarie e resta il pericolo di uno smottamento della roccia vulcanica. I colleghi e i compagni dei lavoratori, che intanto presidiano il cratere, hanno provveduto a fornire loro cibo e bevande.

[1] Francesca Pilla, Il tetto ormai non basta più: a Napoli ora è «Occupy Vesuvio»
[2] Clash City Workers, [Napoli] Nuova protesta sul Vesuvio: gli operai della ex cooperativa Vesuvio, Natura e lavoro si calano nel cratere

[Boscoreale] 10/05 – Rifiuti-Immigrazione-Spazio: Assemblea pubblica

Iniziativa organizzata dalla Rete per gli Spazi Autogestiti. Si riporta anche l’ampio comunicato che analizza la gestione della campagna elettorale nell’area vesuviana. Qui per l’evento su Feisbucc.

Boscotrecase RSA - 10/05/12

QUESTIONE RIFIUTI – La campagna elettorale, dipanatasi sul territorio vesuviano, è stata, stricto sensu, una “monnezza” di campagna basata, non a caso, interamente sulla “questione rifiuti”. I candidati a sindaco del comune di Boscotrecase sono quei loschi figuri che hanno favorito, anzi avallato, la situazione nella quale versa oggi il comprensorio vesuviano: una discarica attiva a monte e degrado generalizzato a valle. Sappiamo che il sindaco uscente (e rientrante) Agnese Borrelli è stata una delle artefici del disastro economico e sociale di Boscotrecase, nonchè una dei firmatari di quel famoso “accordo patacca” che stroncò la rivolta di Terzigno con l’obiettivo lucidisso di tenera aperta, ancora per molti anni, cava Sari. Essì, perchè – a discapito di quanto pare confusamente venire fuori da questa congerie di partituncoli,comitatuncoli e affini , i quail dichiarano con estrema sicurezza che lo sversatoio chiuderà – noi crediamo che il sopracitato accordo sia la chiave di lettura fondamentale per sciogliere il nodo gordiano che attanaglia,dal 2010, la popolazione vesuviana: la discarica Sari non chiuderà o quantomeno chiuderà nominalmente ma non fattivamente. Il ragionamento che ci ha portati, da sempre, a questa considerazione è lapalissiano: 1- i sindaci del comprensorio, a parte qualche aborto di progetto, non hanno un’alternativa valida e si riempiono la bocca di parole, quali bonifica e chiusura, che non appartengono a loro,bensì a noi. 2-le altre “alternative” proposte da Vardè (e affini) sono impraticabili,dato la sacrosanta lotta della popolazione di Quarto che non ha nessuna intenzione di farsi piazzare l’ennesimo cesso/discarica sul proprio territorio.3-sappiamo che ,da piano regionale, le discariche esistenti possono essere ampliate del 15% ed è sicuramente più agevole mettere mano ad un ulteriore ampliamento di cava Sari,anzichè, con questi chiari di luna, organizzare una discarica ex novo.4- sul giornale Roma, il 7 maggio, compare un articolo che preconizza l’ampliamento. Una nuova piazzola, a detta del commisario Vardè, verrà affiancata alla cava per depositarvi altre centomila tonnellate di rifiuti ( a detta del gionalista). Non possiamo assicurare l’attendibilità di questo articolo ma possiamo sicuramente intravederne la logica: mentre la popolazione dorme “sogni tranquilli” aspettando la chiusura imminente appare la notizia strisciante dell’ampliamento,soppiantata, però, dalla rassicurazioni della “rete del comitati”(Franco Matrone ha attivato un vero e proprio contatore della munnezza) e dei “sindaci”. Continue reading

[Ercolano] 30/04 – Pochi ma buoni

Resina 30/04/12 - I bisogni non aspettano

Il primo corteo organizzato dal coordinamento Res.In.A. aveva sorpreso chiunque: più di 200 persone del quatiere Pugliano avevano marciato assieme agli attivisti fino al Comune, dimostrando un altissimo potenziale sociale e di conflitto. Il corteo del 30, invece, ha visto numeri molto più contenuti: poco più di 50 persone della zona, che nonostante ciò hanno deciso di scendere comunque per strada a manifestare. Al corteo hanno partecipato anche alcun* compagn* della Rete per gli spazi autogestiti, in questi giorni molto attiva nei paesi di Boscotrecase e Boscoreale.

Bloccare una città in pochi non è un’impresa facile, ma tentarci è già indice di determinazione. Alla base della ridotta partecipazione sta di sicuro l’orario infelice del concentramento: alle 17:30 molta gente è ancora al lavoro o nel suo negozio. Il coordinamento ha scelto quest’orario per venire incontro ai giornalisti che avrebbero dovuto presentarsi alle 19:00 per una conferenza stampa, e che molto correttamente non sono nemmeno venuti a Piazza Pugliano.

Inciso di Vesuviana.noblogs sulla “questione giornalisti”: siamo davvero certi di avere bisogno della visibilità che possono offrirci i giornalisti delle testate più o meno territoriali, che molto spesso producono solo veline dell’amministrazione (e il Res.In.A. ha già avuto modo di vedere all’opera una macchinazione simile) o brevi trafiletti da bordo pagina?

Il corteo si è più volte arrestato per fermare il più possibile la circolazione e megafonare agli abitanti curiosi del quartiere le sue motivazioni, le sue richieste, i suoi progetti e il comportamento dell’amministrazione nei confronti della vertenza. A fine corteo, il coordinamento ha indetto un’assemblea pubblica nella quale un nostro compagno impegnato (lui, per davvero) nell’informazione ha intervistato una compagna del Res.In.A. All’assemblea si è fatto vivo anche il Gigante, il senzatetto storico di Piazza Pugliano, che ha perso la minuscola casa dove abitava perchè abusivo e ora anche l’appoggio nella casa di cura… perchè l’amministrazione non può pagargliela. Il coordinamento ha espresso già da qualche giorno la sua solidarietà al Gigante e intende seguire con attenzione l’evolversi della sua vicenda.

Il coordinamento Res.In.A. ha chiarito ancora una volta la sua intenzione di continuare la mobilitazione. Come un mese fa, con lo stesso progetto: ridare una socialità a Piazza Pugliano. Per le passerelle elettoriali c’è tempo… i bisogni non aspettano.