Carlo Gambuzzi – Un monito di M. Bakunin [1 maggio 1902]

Come avevamo annunciato, proponiamo l’ultimo articolo scritto poco prima di morire del grande internazionalista napoletano Carlo Gambuzzi. Composto poco prima del Primo Maggio (ricordiamo che Gambuzzi morì il 30 aprile), è dedicato alla figura di Michail Bakunin, di cui fu amico e confidente. Lungi da noi il voler fare di Bakunin un innocuo santino da adorare; pensiamo però che anche in questo estremo tributo ci siano parole su cui riflettere e moniti da tenere a mente. Buona lettura, e che il Primo Maggio torni a terrorizzare i profitti.

bakunin

La biografia che da Nettlau è stata fatta parla da sé, e non v’ è molto da aggiungere.

Bakunin sta dinnanzi a noi come un puro e fervente pensatore, con tutto il ricco e prodigioso lavoro della sua vita; egli non ha avuto ciò che la gente pratica cerca di conseguire, non ha mai tentato di raggiungere lo scopo con raggiri, come gli opportunisti. Egli andò sempre dritto per la sua via, ed esortava, direttamente a raggiungere la personale libertà ed il benessere di tutti nella via più diretta.

Ha persuaso centinaia e migliaia di persone, eccitando al più vivo entusiasmo i migliori dei suoi contemporanei e dei suoi posteri; eppure alla fine della sua vita era solo un uomo rassegnato.
Credo che questa rassegnazione e questo dubbio egli 1’aveva conosciuto da parecchi anni, prima che fosse diventato vecchio ed esausto, prima che leggesse quelle scritture di Schopenhauer che allontanano dal mondo. L’ uomo che già nel ’49 aveva detto: «Tutto perirà tranne la nona sinfonia» non era uno che andava ciecamente, che s’ illudeva sulla pigrizia e sulla rassegnazione degli uomini.

Però si deve credere alla realizzazione di ciò per cui si lotta? E’ necessario voler vedere il risultato del proprio operato per operare? Questo monito dei ricordi di Bakunin deve insegnarci, che, o si ha una spinta superiore o non la si ha. Colui nel quale la spinta di creare una piena ed intera coltura umana è più grande del desiderio del benessere personale, della pigrizia e della comodità, costui lascerà decidere questa spinta sopra tutta la sua vita, checchè la ragione e la osservazione degli altri possano dire.

Questo significa Bakunin; cioè la teoria sempre antica e sempre nuova di sacrificare la vita ad un’idea. Continue reading

Carlo Gambuzzi, un internazionalista napoletano [1837-1902]

Il 30 aprile di 113 anni fa moriva Carlo Gambuzzi. Nell’anniversario della sua fine, vogliamo ricordare uno dei primi internazionalisti delle nostre zone, purtroppo assai poco conosciuto. Proponiamo una sua breve biografia, mentre domani pubblicheremo l’ultimo articolo che riuscì a scrivere, dedicato al Primo Maggio e alla figura di Michail Bakunin.
Per il recupero della memoria sovversiva e rivoluzionaria,
VesuvianAut



È necessario di costruire? Chi saprebbe negarlo? Però è anche comodo ed innocuo; si costruisce senza il desiderio di creare… I moderni non vogliono comprendere che bisogna costruire in grande, e che perciò, i grandi architetti , sono anche grandi distruttori.
[C. Gambuzzi, I Maggio. Un monito di M. Bakunin, pubblicato sulla Gazzetta di Napoli, 1902]

Carlo Gambuzzi nacque a Napoli il 26 agosto 1837. Il padre, Pasquale Gambuzzi, era direttore di una fabbrica di tabacchi; sua madre si chiamava invece Maria Carolina Landolfi. Giovanissimo, e nonostante l’educazione gesuita, Carlo si avvicinò agli ambienti antiborbonici, che ebbero un ruolo anche nella spedizione di Sapri di Carlo Pisacane. Laureatosi in Giurisprudenza nel 1858, venne arrestato nel 1860 per aver pubblicato un giornale clandestino, Il Piccolo Corriere.

Inizialmente, dopo l’unificazione dell’Italia, prese parte alle lotte amministrative del Comune di Napoli. Ma presto emersero gli interessi per il nascente movimento socialista, di cui avrebbe poi seguito la corrente antiautoritaria. Punti di riferimento del pensiero di Gambuzzi furono, nella prima fase della sua attività, Mazzini, Pisacane e Garibaldi, ai quali si aggiunsero presto Proudhon e Bakunin, che conobbe nel 1965 e di cui divenne amico intimo e collaboratore (alla sua morte ne sposò la vedova, Antossa Kwiatowska).

Già nel 1864 Gambuzzi partecipò a Napoli al IX congresso delle società operaie affratellate, promotore di un indirizzo a Mazzini. Il sodalizio con Bakunin si rafforzò nel tempo con la partecipazione a molti progetti insurrezionali e internazionalisti dell’epoca: nel 1867 Gambuzzi partecipò al moto garibaldino di Mentana, nel quale i volontari di Garibaldi si scontrarono con le truppe pontificie.

Gambuzzi prese parte, nel 1868, al II Congresso della Lega per la Pace e la Libertà. Aderì poi all’Alleanza Democratica Socialista. Il 31 gennaio del 1869, assieme a Bakunin (allora stanziato a Napoli) e a Giuseppe Fanelli, fondò la sezione italiana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, che verrà sciolta due anni dopo dal Ministero dell’Interno. Inoltre, ancora con Fanelli, portò avanti le attività del gruppo internazionalista napoletano, che raggiunse la notevole cifra di 3000 aderenti.

Nel 1872 collaborò a un nuovo periodico internazionalista, La Campana, e proseguì il suo impegno nella costruzione dell’Internazionale antiautoritaria dei lavoratori, pur dopo la grave crisi del 1871 seguita alla repressione della Comune di Parigi. A questo periodo si fanno risalire i suoi contatti con Andrea Costa (all’epoca anarchico, poi nel partito socialista italiano) ed Errico Malatesta.

Nel 1978 prese invece a collaborare con La Plebe, un giornale d’ispirazione socialista, e aderì all’Associazione repubblicana dei diritti dell’uomo. Nella sua lettera d’adesione, descrisse anche una prospettiva rivoluzionaria per cui «tutte le frazioni della democrazia sociale debbano serrarsi in una falange, contro il triplice privilegio economico, politico e religioso, la cui abolizione costituisce l’obbietto dell’ attuale lotta sociale».

Nell’ultima fase della sua vita, diresse la Gazzetta di Napoli, denunciando la connivenza tra camorra e Stato e subendo per questo numerosi processi. Il suo ultimo articolo, quasi il suo testamento politico, era dedicato al Primo Maggio e alla figura di Bakunin.

Carlo Gambuzzi morì nella sua città natale, Napoli, il 30 aprile 1902.

[Napoli] Comunicati della Rete antifascista napoletana sulla giornata del 25 aprile 2015

Riportiamo di seguito due comunicati diffusi dalla Rete antifascista napoletana.
Il primo prova a fare un bilancio della giornata di lotta del 25 aprile, nella quale un corteo ha attraversato la città di Napoli arrivando fino alla sede fascista di via Foria, pesantemente presidiata dalle guardie; il secondo comunicato è invece la denuncia della rimozione, operata probabilmente da qualche topo di fogna, della targa in memoria di Iolanda Palladina, uccisa da una molotov lanciata proprio dalla sede “Berta” nel 1975.

antifa rosso

Comunicato rete antifascista sul corteo del 25 Aprile

Oggi in occasione del 70esimo anniversario dalla Liberazione italiana dal nazifascismo a Napoli più di duemila persone sono scese in piazza. Il corteo è stato organizzato dalla rete antifascista Napoletana con l’adesione di tutte le realtà di lotta della città e dell’Anpi. Numerosissimi i migranti presenti che, a seguito dell’ennesima strage nel mediterraneo, hanno preparato uno striscione in ricordo delle innumerevoli vittime del dispositivo securitario Europeo.
Dopo aver attraversato le strade attorno Piazza Garibaldi,il corteo si è diretto verso via Cesare Rosaroll disattendendo le prescrizioni imposte della Prefettura e della Questura, ribadendo che nessuna strada della città può essere interdetta agli antifascisti. Lungo tutta via Foria le forze dell’ordine hanno predisposto un dispositivo di sicurezza da vertice internazionale,con tanto di elicotteri, idranti in prima fila e avvisi alla cittadinanza a non sostare con le macchine per una “previsione di turbativa dell’ordine pubblico”. Dopo più di un mese di presidi di polizia “straordinari”a protezione della sede “Berta”, si è assistito all’ennesima dimostrazione di quanto sia più importante difendere i neofascisti di Casapound, confermando quale sia il ruolo delle istituzioni nel depotenziamento delle giornate di lotta come quella di oggi. Va sottolineato che il dispositivo securitario è stato posto a guardia e difesa della sede storica dell’Msi da cui 40 anni fa partì la molotov che uccise Iolanda Palladino e che oggi viene usata dai fascioleghisti di Casapound. Da una parte un corteo espressione della reale opposizione alle politiche di sfruttamento che subiamo;dall’altra un dispiegamento di forze dell’ordine a difesa di chi promuove logiche divisorie e razziste. Continue reading

[Napoli] 15/4 – Polizia pesta e minaccia per un po’ d’erba

15/4/2015. È proprio vero, la polizia è sempre al lavoro. Apprendiamo dalla stampa che nella giornata del 15 aprile, nel quartiere napoletano di Fuorigrotta, tre “falchi” hanno fermato, pestato e minacciato con una pistola un ragazzo di 19 anni perchè aveva due canne nella borsa. Un episodio che fa il paio con le recenti dichiarazioni su Facebook di Fabio Tortosa, celerino romano che, parole sue, «tornerebbe alla Diaz mille e mille volte».