Tartarughe campane nella nebbia padana

Ovvero, come CasaPound Campania (non) si è persa nella Milano leghista

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Dev’essere l’ultima evoluzione del turborevisionismo nostrano: “né destra né sinistra” – Nord. “Né rossi né neri” – verdi. Sarà assai divertente vedere con quale faccia da culo si faranno vivi a Napoli e dintorni, dopo aver stretto un patto con il partito anti-meridionale per antonomasia, il cui segretario non è riuscito a restare sul suolo partenopeo per più di 10 minuti (10 minuti indimenticabili nei quali compagni, ultras e semplici cittadini lo hanno riempito di ogni genere di insulto concepibile sulle coste del Mediterraneo). Si erano presentati come il gruppo campano, dopo una misera campagna di manifesti: tuttavia, più che una terribile bellezza, ci sembra sia nata una sgonfia loffa.

Ma, in fondo, perché stupirsi? CasaPound è una formazione politica, dunque per costituzione votata al compromesso, al conseguimento del fine con tutti i mezzi, fossero anche l’alleanza con chi apparentemente dice cose opposte alle tue. Ma il punto sul quale battere, forse, è proprio questo: la Lega Nord non è affatto quella forza indipendentista e autonomista che millanta(va) di essere.

La Lega Nord è cresciuta. Ha assaporato l’aria dei ministeri. Ha impresso i nomi dei suoi coordinatori nelle leggi più stronze e criminali che questo Paese abbia prodotto in anni e anni di merda legislativa. La Lega Nord è insomma un partito a tutti gli effetti nazionale, che ha come unico obiettivo quello di piazzarsi al governo nel nome delle grandi promesse che tanto piacciono nei momenti di crisi: Sicurezza contro il nemico di turno, Controllo e Sfruttamento sempre più coatto.

Sono parole d’ordine che mettono d’accordo un po’ tutte le componenti di questo colossale Fronte dell’Intolleranza Nazionale, un mega-cartello nel quale trovano posto convinti ultra-patriottardi e secessionisti di vecchia data. Siamo alla schizofrenia politica, il che è come dire: siamo di fronte all’ennesima cazzata di Stato. Una cazzata che però costa raid, aggressioni, talvolta perfino vite (nessuno dimentichi il fascista Gianluca Casseri).

Chi ama la libertà odia la Lega

Dall’altro lato del cordone, migliaia di sparuti antifascisti, dall’ex simpatizzante di Rifondazione ai compagni dell’ala creativa dell’anarchismo, si sono ritrovati per dire che le risposte alla crisi sono multiformi e non certo basabili sul populismo e il basso maldipancismo che anima da sempre le anime dell’ultra-destra (e che spesso tanto piace anche a certi compagni partitari).

Forse l’area di chi scrive non porterà mai in piazza 80.000 persone, è vero. In effetti, più che alle grandi adunate di popolo, a noi sono sempre piaciuti i gruppuscoli di poche persone fidate. Ma soprattutto, nessuno di noi è disposto a barattare o compromettere idee di liberazione e radicale messa in discussione di questo mondo con qualche seggio parlamentare o qualche proficuo finanziamento, come si prepara evidentemente a incassare il partito di Iannone.

Preferiamo cento posizioni diverse con cento capannelli d’attacco distinti, piuttosto che un corteo di pecore pronte a belare a una sola posizione. Preferiamo ragionare e confrontarci piuttosto che eseguire ed accodarci. Allo scatto in piedi da soldatini italioti, che tanto piace loro, preferiremo sempre le mille forme della solidarietà e della ribellione degli ultimi, neri, rossi, gialli o a pois cerulei.

Non ci resta che sperare che le faccine che vedete nella foto in sovrimpressione vi restino bene in mente. Se li riconoscete, non evitateli: mazziateli.

due,
liberi e libertari

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