Un anno fa eravamo davanti al consolato tunisino per esprimere la nostra solidarietà al popolo tunisino in lotta. Oggi siamo tornati a guardare al di là del mare, esprimendo la nostra solidarietà al popolo egiziano a un anno dalla grande rivolta che ha deposto Mubarak. Un presidio solare, come la bella giornata che ci ha visto a Piazza Garibaldi per ricordare a passanti e curiosi che in Egitto si continua a combattere per un futuro migliore, per una vita più dignitosa e per un mondo libero dall’autoritarismo di dittatori, eserciti e capitalisti. Il presidio è stato organizzato da realtà antirazziste e dalla comunità egiziana di Napoli.
È passato già un anno dai fatti di Piazza Tahrir. Da allora le cose si sono complicate. Un compagno egiziano ha addirittura detto che la situazione è peggiorata, visto che il nuovo regime continua a massacrare i manifestanti e nello stesso tempo prende in giro la popolazione. Un compagno ha aggiunto che il popolo egiziano chiede giustizia sociale, pace e vera democrazia, e non la consegna del Paese ai Fratelli Musulmani. In effetti, i militari al potere si sono rivelati i perfetti prosecutori del modello Mubarak. Da sempre vicini al governo, si sono saputi riciclare come forza di transizione verso la democrazia. Ma l’illusione non è durata a lungo: il Consiglio Supremo delle Forze Armate (SCAF) ha imposto, come sostituto di Essam Sharaf, Kamal el-Ganzouri, personaggio della cricca di Mubarak e evidentemente in ottimi rapporti col maresciallo Tantawi.[1] Continue reading