Riportiamo il testo del documento diffuso dal Collettivo Res.In.A. durante un’azione di contestazione e sabotaggio simbolico. Seguiranno maggiori informazioni in un post dedicato interamente alle prospettive d’azione e lotta nell’area vesuviana e napoletana.
VILLA FAVORITA: I CATENACCI LI VOGLIAMO TUTTI APERTI!
Abbiamo deciso di porre un catenaccio ad uno dei cancelli di Villa Favorita per denunciare l’inaccessibilità quotidiana agli spazi verdi della città. Questo catenaccio è stato lasciato aperto come segnale di apertura alla cittadinanza, che vuole giustamente godersi un giorno di musica per cui ha pagato un biglietto, mentre noi vorremmo che i cancelli di uno SPAZIO PUBBLICO rimangano spalancati anche gli altri 364 giorni dell’anno.
Villa Favorita è una delle ville vesuviane che restano chiuse tutto l’anno per poi venire aperte solo in caso di grandi e piccoli eventi. Non si capisce per quale motivo la Fondazione Ente Ville Vesuviane debba ricevere finanziamenti per tenere chiusi tali gioielli, beni comuni della collettività, per poi aprirli una tantum, anziché gestirli con il supporto e la partecipazione della comunità.
Così, lo splendido Parco sul Mare della Villa Favorita continua a restare tristemente chiuso al pubblico, con i suoi spazi all’aperto (cosa rara in una città vessata dal cemento abusivo, dall’inquinamento e dall’assoluta mancanza di spazi aggregativi) usufruibili una sola volta a settimana, la domenica mattina.
Una vera e propria miseria che stride con i 644 mila euro spesi dalla Regione e dall’Ente Ville per consentire lo svolgimento di concerti a pagamento, e per questo motivo ‘elitari’, all’interno di quelli che dovrebbero essere SPAZI PUBBLICI APERTI ALLA CITTADINANZA.
E pensare che l’amministrazione comunale ercolanese, già interpellata da comuni cittadini per avere delucidazioni sul perché di quei cancelli chiusi sei giorni su sette, giustifica la chiusura di questo splendido parco con la solita litania della mancanza di fondi per retribuire personale che effettui un normalissimo servizio di vigilanza [nota di Vesuviana.noblogs: si può poi ovviamente discutere della reale funzionalità di un servizio di “vigilanza”…].
Un vero e proprio paradosso se riflettiamo sull’ennesimo sperpero di danaro pubblico per organizzare una manciata di concerti a pagamento. Trenta euro per Giorgia, altrettanti per Pino Daniele; è questa la somma richiesta al pubblico per accedere a Villa Favorita, mentre la classe politica e i loro “cari” ricevono biglietti gratuiti, giusto per non far loro sentire la mancanza di una poltrona sotto il sedere.
Vorremmo ricordare alla Regione che questo territorio ha fame di finanziamenti, ma per ben altri scopi: sanità pubblica, trasporti pubblici efficienti, politiche per la bonifica del territorio, progetti per sostenere l’occupazione, per non parlare dell’Università di Ercolano (la cui realizzazione è ancora in alto mare) e della miriade di progetti a sfondo sociale mai nati o interrotti per ‘mancanza di fondi’: un esempio è Casa Mandela, i cui operatori non ricevono lo stipendio dallo scorso novembre.
La gestione della cosa pubblica in Campania è terrificante nonché spaventosamente fallimentare. Iniziative come queste ne sono l’ignobile, spregevole esempio. Se la Regione continua a programmare i suoi festival è perché, in un periodo così difficile per gli strati sociali più disagiati, conviene affidarsi alle cosiddette canzonette per farci ingoiare col sorriso le ennesime riforme antisociali.
Rivendichiamo quindi la necessità dei soggetti organizzati su questo territorio di gestire, o partecipare alla gestione, di tutti gli spazi inutilizzati. L’azione a Villa Favorita si inserisce in un più ampio contesto di rivendicazione e riappropriazione partecipata degli spazi vesuviani. Nessuno, dall’amministrazione agli enti ai privati, pensi di poter porre zone rosse o limiti invalicabili al bisogno di socialità diffusa del nostro territorio.
Collettivo Autorganizzato Res.In.A.