[Napoli] 15/3 – No MUOS Tour @ Palazzo Giusso

Riportiamo il volantino e il documento dei compagni e delle compagne del Collettivo Autorganizzato Universitario sull’iniziativa del 15 marzo dedicata al movimento No MUOS. L’iniziativa potrà essere ascoltata in streaming su RadioLiNA.

nomuos-15

Venerdì 15 marzo – ore 17:30

@ Aula Matteo Ripa – Palazzo Giusso (Università l’Orientale)

No MUOS Tour

Intervengono militanti del presidio No MUOS di Niscemi
Videocollegamento con un compagno No TAV

Oramai da parecchio tempo la popolazione di Niscemi sta portando avanti la sua battaglia contro la costruzione del M.U.O.S., una battaglia che vedrà nel prossimo corteo del 30 marzo un’ulteriore tappa nella radicale e costante opposizione a questa installazione.

Il “Muos” (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, utilizzato per il coordinamento capillare di tutta una serie di dispositivi militari, tra cui spiccano i famigerati droni da guerra, sempre più utilizzati nei recenti conflitti.

La partita che si sta giocando sul suolo di Niscemi è di particolare importanza per i danni che questo progetto, se portato a termine, arrecherebbe all’ambiente ed alla popolazione: l’esposizione a campi elettromagnetici, enormemente sopra i limiti di legge, generati da questo invasivo sistema radar causerebbe un aumento significativo delle insorgenze tumorali, delle leucemie e di disturbi che vanno dalle cefalee ad altri effetti neurologici. Inoltre le sue onde interferirebbero con qualunque apparecchiatura elettrica, incluse quelle mediche (by-pass, pace maker, ecc.). Non è un caso se le altre tre istallazioni operanti dello stesso tipo, situate in Virginia, Hawaii e Australia, sorgono in luoghi con bassa densità di popolazione. Ma, evidentemente, di fronte ai fattori che spingono a costruirla in un luogo di così alto interesse strategico, come è il “cuore” del Mediterraneo, si può anche soprassedere su queste “accortezze” per la vita delle persone, nel momento in cui andassero in contraddizione con gli “irrinunciabili” interessi bellici.

E’ questo il caso di Niscemi, riserva naturale e sito di importanza comunitaria, ma con la sfortuna di essere in una posizione ideale per portare avanti i piani di guerra di Stati Uniti e paesi dell’UE.

Ma di chi sono questi interessi? Chi elabora questi piani? Facendo un po’ di storia si scopre che nel 2001 venne siglato un accordo bilaterale tra USA e Italia, con l’allora Governo Berlusconi; successivamente, nel 2006, assistiamo alla ratifica di tale accordo da parte del governo Prodi; arriviamo così alle ultime dichiarazione del “ministro in alta uniforme” Di Paola il quale reputa il Muos imprescindibile, definendolo “sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. Governi di centro-destra, governi di centro-sinistra e governi “tecnici”, mentre si dichiarano sempre in aperta discontinuità con gli esecutivi che li hanno preceduti, allo stesso tempo continuano a non mostrare nessun elemento di controtendenza quando all’ordine del giorno ci sono gli interessi militari. I Governi di diverso colore tendono a diventare monocromatici quando sul piatto sono in discussione gli interessi economici che si hanno e che si cerca di costruire nei paesi attaccati. In questo quadro la Sicilia gioca un ruolo di primo piano essendo in una posizione decisiva e già sperimentata come base d’appoggio fondamentale per le politiche di attacco all’Iraq, Afghanistan, Libia, etc.

A proposito dell’ultima guerra in Libia, nel 2011, che ha visto l’Italia tra i principali protagonisti, ci preme sottolineare anche il ruolo della base nato di Bagnoli, attualmente in via di trasferimento a una manciata di km, presso Lago Patria, che fu il quartier generale del conflitto. Il contrasto e la battaglia contro la presenza di basi e di impianti militari a vario comando (italiano, statunitense, Nato, misto) non riguarda unicamente il territorio di Niscemi ma investe in maniera diffusa tutto il paese.
La costruzione di uno strumento di guerra come il M.U.O.S., e quindi i correlati interessi strategici ed economici, non sarà fermato dalle evidenza degli effetti sulla salute e sulla vita di chi vive quel luogo: tutto questo per chi porta avanti i propri progetti di guerra, è un fattore indifferente.

Il M.U.O.S. può e deve essere fermato; la storia ci insegna che l’ unico strumento realmente incisivo in questo senso è un movimento di opposizione dal basso, collettivo e autorganizzato, capace di coinvolgere la popolazione in questa battaglia che trovi nel resto d’Italia reti di solidarietà e esperienze di lotta analoghe. Il movimento No-muos, nel tentativo di bloccare quegli ingranaggi di guerra che producono i profitti giganteschi per i pochi e morte e devastazione per tutti gli altri, si configura come un nuovo ed importante anello nella catena delle lotte all’imperialismo.

No alla militarizzazione dei nostri territori!
Via le basi USA dalla nostra terra!
NO M.U.O.S.!

Collettivo Res.In.A. – Collettico Autorganizzato Universitario

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