Diverse realtà di movimento hanno partecipato al presidio in solidarietà con i/le compagn@ arrestat@ durante le giornate di contestazione a Francoforte. Abbiamo appreso che tutt@ sono già stat@ rilasciat@, ma la polizia ha loro imposto diverse restrizioni, che vanno da una sorta di “arresto domiciliare” (alcun@ sono impossibilitat@ ad abbandonare l’albergo) al divieto di camminare con più di cinque persone al proprio fianco.
Un presidio svoltosi in maniera tranquilla e senza incidenti, nonostante la buona partecipazione. Una delegazione di presidianti ha ottenuto un incontro con i funzionari dell’ambasciata. Molto eloquente la posizione di questi signori, che hanno detto di non sapere niente.
La repressione si fa sempre più violenta in un’Europa che svela il suo volto autoritario, dopo tante chiacchiere sull’Europa dei popoli e della pace. Il messaggio che ci arriva in queste ore da Frankfurt è estremamente chiaro: lo Stato riconosce la libertà di manifestare, a patto che nessuno provi a farlo sul serio.
Nulla di nuovo per i movimenti. Ma ci rivolgiamo alle diverse migliaia di zombie amici della democrazia (con i quali nulla abbiamo a che fare, ma coi quali troviamo spesso a confrontarci) sempre pronti a condannare le piazze come “violente”, “anacronistiche”, “estremiste” o “inconcludenti”: quali parole userete ora contro manifestanti armati di Costituzione arrestati preventivamente in una città ultramilitarizzata? Forse che ora i black block sono diventati trasparenti e riuscite a vederli solo voi?
Si possono criticare certamente i programmi e le proposte del movimento Blockupy, ma quando lo Stato si arma e sfodera le sue armi classiche non abbiamo dubbi. Stiamo dalla parte di chi contesta l’attuale sistema economico chiedendo un mondo meno di merda, indipendentemente dal tipo di pratiche attuate.
E intanto, silenzio di tomba sui media. Facciamo notare che, quando si tratta dei marò arrestati con l’accusa di aver ucciso due pescatori nel Kerala scambiandoli per pirati (in una zona che di pirati non ne ha mai visti)[1], prime pagine dei giornali, ambasciatori e ministri in prima lina, servizi speciali di 2 ore sulla questione. Quando invece degli attivisti italiani vengono arrestati a Francoforte, avamposto della “democrazia”, mentre cercano di manifestare contro la crisi e le banche, tutto tace.
Ma in fondo… sono lo Stato e il Capitale, bellezza.
VesuvianAut
[1] Alberto Prunetti, Ma i pirati in Kerala non ce li aveva messi neanche Salgari… ⇑